Patronati italiani all’estero ancora una volta presi di mira dalla legge di stabilità del governo Renzi. Così il Comites di Zurigo ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, alla Presidente della Camera dei Deputati, On. Laura Boldrini, al Presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, On. Francesco Boccia e al Presidente del Gruppo PD della Camera dei Deputati, On. Ettore Rosato. Nella lettera, firmata dal presidente del Comites Luciano Alban, si chiede al governo di evitare l’ennesimo taglio di fondi al capitolo che riguarda i patronati.
Nella lettera indirizzata al presidente del Consiglio si legge: “Egregio Presidente, siamo a conoscenza del nuovo e pesante taglio di 28 milioni al Fondo Patronati, previsto dalla Legge Stabilità 2016 nel testo approvato dal Senato ed ora all’attenzione della Camera. Un taglio che, come denunciano le stesse organizzazioni di patronato, se confermato definitivamente, metterà a rischio la stessa esistenza dei patronati o quantomeno delle loro strutture presenti all’estero nei luoghi con forte presenza di emigrazione italiana”.
“A nome della comunità italiana (145’000 cittadini iscritti all’AIRE) rappresentata da questo Comites, La rendiamo partecipe della nostra grande preoccupazione per quanto potrà accadere nella Circoscrizione Consolare di Zurigo qualora dovessero chiudere le sedi dei patronati qui presenti ed attive da decenni. Infatti, dubitiamo fortemente che il Consolato Generale d’Italia di Zurigo sia in condizioni – logistiche e di risorse umane – per potersi sostituire ai patronati nell’opera di tutela e di assistenza che fino ad oggi hanno svolto e stanno svolgendo egregiamente per soddisfare le richieste di tutela e di assistenza dei nostri connazionali”.
“Confidiamo pertanto nella Sua comprensione e solidarietà – conclude la lettera – affinché possa intervenire per far azzerare dalla Camera dei Deputati il taglio di 28 milioni al Fondo Patronati previsto nelle Legge Stabilità 2016. In caso contrario, le conseguenze di tale decisione ricadranno sicuramente sui nostri connazionali emigrati che, dopo la chiusura di moltissimi uffici consolari subita nell’ultimo decennio, si vedrebbero privati anche della tutela ed assistenza delle uniche strutture di prossimità che sono rimaste a loro disposizione nel mondo e cioè i patronati”.
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