“In Italia ci sono le nostre radici e siamo orgogliosi di essere veneti, e così i nostri figli. È per loro che vogliamo la cittadinanza, perché possono viaggiare, studiare e lavorare in Italia”. Queste le parole dalle pagine del Corriere del Veneto di Paulo Josè Massolini, medico veneto-brasiliano di terza generazione.
I nonni erano emigrati da Vicentino e Agordino, hanno creato una famiglia a Porto Alegre e lui, 25 anni fa, ha chiesto e ottenuto la cittadinanza italiana grazie a quel legame.
Nel 2014 ha ottenuto il riconoscimento del “taliano”, una lingua che nasce dal dialetto veneto: “È la prima lingua riconosciuta in Brasile dopo il portoghese”.
Da alcuni anni la richiesta da parte di brasiliani di ricevere la cittadinanza italiana sta aumentando – spiega Massolini -. Ci sono decine di avvocati o intermediari che offrono questo servizio. Per alcuni è diventato un business, si fanno avanti loro per mostrare le opportunità, e sappiamo che quelle pratiche possono avere anche costi elevati”.
“Il primo motivo è sicuramente l’affetto che proviamo per l’Italia. Perché in Italia, e per me in Veneto, ci sono le nostre radici. Lo facciamo per rispetto dei nostri antenati, della nostra storia. Per la lingua che impariamo dai nostri nonni. Sono importanti, per noi italiani in Sudamerica”. Ma, ricorda il quotidiano, il passaporto italiano rende più facile l’accesso agli Stati Uniti e all’area Schengen e si registrano infatti poche residenze in Italia dei brasiliani che hanno ottenuto la cittadinanza.