È bastata una fotografia, una sola, per riportare Silvio Berlusconi al centro dell’interesse dei partiti, che hanno fiutato la portata di quella foto nella conquista del consenso. Non importa che Assocarni abbia protestato di fronte all’invito del Cavaliere a evitare di mangiare agnello a Pasqua; e nemmeno interessano le dichiarazioni di alcuni esponenti della Lega Nord che hanno voluto schierarsi con gli allevatori contro il leader di Forza Italia. Solo una cosa importa davvero: il Cavaliere è tornato ad essere leader popolare, amato come pochi”. Così in una nota il senatore Vittorio Pessina, responsabile nazionale del dipartimento Italiani all’estero di Forza Italia.
“La sua intelligenza politica, la sua meritata fama di abilissimo comunicatore, pare rigenerarsi nel tempo. E anche questa volta ha fatto centro, solleticando la sensibilità di quanti inorridiscono solo al pensiero di un tenero agnellino sacrificato sull’altare di quella società che fa dell’abbacchio la principale risorsa del menu pasquale.
Oggi alimentarsi con gusto di uccellini e agnelli appare a molti una barbarie, e la quantità e la varietà di cibo che portiamo in tavola è tale da dovere piuttosto far riflettere su sprechi ed eccessi. Non è solo Berlusconi a tifare per l’agnello, ma è stato solo lui a fare dell’agnello il logo di un suo originalissimo e vincente manifesto politico. E già i sondaggi registrano un consenso in crescita, superiore a quello della Lega”.
“Renzi – conclude il senatore Pessina – lo ha sempre detto: Silvio ha sette vite come un gatto. E c’è chi già si interroga sulla possibilità che il 2018 possa fare tornare Berlusconi, se non a Palazzo Chigi, al centro della partita del prossimo governo, condizionandone la stessa esistenza con la forza dei risultati ottenuti”.
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