Proprio la settimana scorsa scoppiava la polemica dopo la pubblicazione di un videomessaggio in cui Silvio Berlusconi invitava gli italiani a non consumare agnello durante le festività pasquali. Ebbene, secondo l’AIDAA, associazione animalista, Berlusconi con il suo appello avrebbe “salvato” almeno 10mila agnellini.
Del resto, i dati parlano chiaro. Il consumo di agnelli da latte è diminuito di oltre il 23% rispetto allo scorso anno e di quasi il 50% rispetto a due anni fa, sia nelle ordinazioni in macelleria che nei ristoranti, dove la richiesta è stata di fatto bassissima. A Pasqua, poi, un ristorante italiano su tre ha deciso di non servire a tavola agnello da latte.
Lorenzo Croce, presidente della associazione animalista, parla di “effetto Berlusconi”: “Noi non abbiamo i potenti mezzi dei sondaggisti ma, da quanto abbiamo constatato direttamente nelle macellerie che monitoriamo, la richiesta di agnello è diminuita sensibilmente e credo di non esagerare nell’affermare che, in proiezione, almeno 10.000 agnellini siano stati salvati da morte sicura dalla campagna di Silvio, che al di là delle singole idee politiche – osserva Croce in conclusione – merita di essere ringraziato per quello che ha fatto, sperando che non sia stato solo un gesto propagandistico fine a se stesso”.
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