Per avere una fetta del contributo pubblico di 91 milioni di euro annui non bastera’ partecipare alla competizione elettorale, ma, sul modello delle elezioni europee e Regionali, bisognera’ ottenere almeno un deputato o un senatore eletto in parlamento. E’ quanto stabilisce il testo base messo a punto dai relatori Gianclaudio Bressa (Pd) e Peppino Calderisi (Pdl) da domani in discussione nella commissione Affari costituzionali della Camera.
In pratica, si mette ‘un paletto’ all’accesso ai contributi con la ‘fissazione di un criterio comune a tutti i tipi di elezione per l’accesso ai contributi elettorali’. I movimenti piu’ piccoli che non ce la faranno ad ottenere eletti saranno tagliati fuori dai fondi.
Per quanto riguarda le elezioni della Camera si stabilisce che "il fondo per il rimborso delle spese elettorali e’ ripartito, in proporzione ai voti conseguiti tra i partiti e i movimenti politici che abbiamo ottenuto almeno un candidato eletto".
Per quanto riguarda il Senato "il fondo per il rimborso delle spese elettorali e’ ripartito su base regionale" e a tal fine "il fondo e’ suddiviso tra le Regioni in proporzione alla rispettiva popolazione. La quota spettante a ciascuna regione e’ ripartita tra i partiti, i movimenti e i gruppi di candidati, in proporzione ai voti conseguiti in ambito regionale a condizione che abbiamo ottenuto almeno un candidato eletto nelle Regione. Partecipano altresi’ alla ripartizione i candidati non collegati ad alcun gruppo che risultino eletti".
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