L’airone giapponese, simbolo ormai stilizzato di Japan Airlines, tornera’ a volare in borsa il 19 settembre, dopo quasi tre anni di duro purgatorio, attraverso l’ Ipo da record: 8,5 miliardi di dollari, secondi solo nel 2012 ai 16 miliardi raccolti dal colosso dei social network, Facebook. Il vettore ha annunciato il prezzo d’offerta di 3.790 yen, pari al massimo possibile in base alla forchetta definita a fine agosto, a conferma di un interesse degli investitori oltre le attese che fara’ soprattutto felice le casse del governo.
Il collocamento di 175 milioni di titoli, infatti, fruttera’ 663 miliardi di yen (8,5 miliardi di dollari), nell’ambito dell’ offerta che vedra’ Enterprise Turnaround Initiative Corp (Etic), l’ente governativo che ha curato la ristrutturazione, cedere tutto il 96,5% in portaglio. Il socio di controllo, quindi, di fatto quasi raddoppiera’ i 350 miliardi di yen (poco piu’ di 4 miliardi di dollari) di liquidita’ versati per il risanamento. Il prezzo delle azioni e’ di 5,3 volte le stime sugli utili per l’esercizio in corso al 31 marzo 2013, molto meno di quelli della rivale domestica All Nippon Airways, i cui titoli sono trattati in borsa a 14,1 volte gli utili per azione, e di quelli di concorrenti regionali come Qantas Airways (10,2 volte), Singapore Airlines (27 volte) e Cathay Pacific (36,5 volte).
Jal passera’ dall’onta del piu’ grande fallimento di una compagnia nipponica non finanziaria (ben 2.320 miliardi di yen di debiti), al record di terza compagnia asiatica per valore di mercato, pari a 8,8 miliardi di dollari, subito dopo Singapore Airlines e Air China.
In una nota, la societa’ ha detto che la domanda ha superato ‘sufficientemente’ il numero di azioni disponibili: secondo le indiscrezioni, circa il 25% dell’offerta e’ destinato agli investitori esteri e il 75% alla componente domestica, mentre la parte retail potrebbe prevalere con il 50-70% complessivo.
Nell’esercizio chiuso lo scorso marzo, Jal ha segnato un margine operativo di 205 miliardi di yen, centrando la miglior performance del settore: tutto questo grazie a una massiccia ristrutturazione che ha ridotto di un terzo la forza lavoro, cancellato le tratte poco redditizie (incluse le rotte tra Tokyo e Roma e Milano), ridotto drasticamente le pensioni e venduto gli aerei piu’ vecchi e ad alto consumo. La compagnia potra’ beneficiare di un debito a tassi agevolati, di minori costi di ammortamento per la svalutazione della sua flotta e un 4,5 miliardi dollari di credito d’imposta da utilizzare per il resto del decennio.
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