Via libera dell’Assemblea generale ordinaria dei Consorziati del Parmigiano Reggiano al bilancio preventivo 2025.
La plenaria – informa una nota – ha deliberato un bilancio con 51,5 milioni di euro di ricavi.
Il bilancio preventivo prevede che sul totale 20,08 milioni di euro andranno a coprire i costi di funzionamento del Consorzio, mentre le risorse destinate alle attività saranno 31,13 milioni, al netto di accantonamenti, ammortamenti e tasse.
Gli investimenti per azioni di marketing e comunicazione saranno pari a 28,4 milioni di euro, con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo della domanda in Italia e, in particolare, all’estero.
Nello specifico sarà data priorità agli investimenti per l’acquisto di spazi pubblicitari (tv, radio, stampa e web) nazionali e internazionali, e per il sostegno dei progetti di crescita dei mercati realizzati direttamente con catene distributive italiane ed estere, e con importatori e caseifici.
Verranno dedicati inoltre 0,30 mln euro al rafforzamento dei programmi di vigilanza di mercato e di tutela legale nei mercati internazionali, con una particolare attenzione dedicata ai canali non retail in Unione europea e agli Usa.
Nel corso dell’Assemblea è stata anche approvata la proposta di Accordo preventivo Filiera Parmigiano Reggiano – Piano Regolazione Offerta 2026-2031, con uno stanziamento di 1,5 milioni di euro destinato al fondo crisi di mercato.
L’Assemblea è stata anche l’occasione per un momento pubblico di celebrazione dei dieci anni dall’introduzione dei Piani Regolazione Offerta.
“In questa assemblea – ha detto Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano – costruiamo le basi del futuro del Parmigiano Reggiano. Il nostro obiettivo è dare continuità a una condizione di mercato che nel corso del 2023 e, in particolare, del 2024 è stata stabilizzata e ha raggiunto condizioni di equilibrio. Con una quota export che nel 2023 si è attestata al 43%, la Dop continua il percorso per diventare un vero brand iconico globale, con l’obiettivo di incrementare progressivamente nei prossimi dieci anni le esportazioni, in quanto l’estero rappresenta il futuro della Dop”.