Quando quarant’anni fa mi unii a Mirko Tremaglia e Bruno Zoratto nella battaglia per il voto agli italiani all’estero, non potevo certo prevedere che un giorno avrei dovuto vergognarmi di come ne avrebbero approfittato certi personaggi da Commedia dell’Arte.
Uno è il mitico senatore Antonio Razzi, reso famoso dalle imitazioni di Maurizio Crozza, che viene spesso criticato per la sua mancanza di competenze e per la sua difficoltà a padroneggiare la lingua italiana. Indimenticabile il video, ripreso di nascosto a Montecitorio, di lui che spiega perchè, da un giorno all’altro, ha mollato Di Pietro, sotto le cui insegne era stato eletto per ben due volte nella ripartizione Europa, per correre in soccorso a Berlusconi e non fare cadere il suo governo in base a queste testuali considerazioni: “Dieci giorni mi mancavano. E per dieci giorni mi inculavano. Perché se si votava dal 28 come era in programma, il 28 di… di… di… di marzo, io per dieci giorni non pigliavo la pensione. Hai capito? Io ho detto che io se c’ho 63 anni, giustamente dove vado a lavorare io? In Italia non ho mai lavorato, che lavoro vado a fare? Mi spiego? Io penso anche per i cazzi miei, io ho pensato anche ai cazzi miei”.
Motivazione opinabile, ma sicuramente più sincera di quella dichiarata, a giustificazione del suo ennesimo cambio di casacca, dall’altro personaggio meno noto al grande pubblico: l’On. Nissoli, che di nome farebbe Maria Rosaria, ma si fa chiamare Fucsia perché è talmente fautrice del cambiamento che cambia freneticamente tutto, dal nome di battesimo all’appartenenza politica.
Eletta in quota MAIE nella lista Monti, dapprima si iscrisse al gruppo Scelta Civica per poi passare alla componente MAIE e quindi ritornare a Scelta Civica prima di emigrare in Democrazia Solidale dapprima e nel movimento Insieme dopo. Ed ora eccola in Forza Italia. Gira la testa, eh? E non sono neppure sicuro di avere ricordato tutte le tappe. Non a caso a Montecitorio la chiamano Kamasutra per le sue cangianti posizioni politiche.
Invece di confessare onestamente che doveva trovare un partito che le permettesse di ricandidarsi per cercare di farsi rieleggere – insomma, per dirla alla Razzi: “Ho pensato ai cazzi miei” – ha tentato di buttarla in motivazioni politiche ed è miseramente scivolata dallo specchio sul quale aveva tentato l’arrampicamento dichiarando che, ad averla spinta ad aderire a Forza Italia, era stata principalmente la battaglia per l’abolizione dell’IMU sulle case degli italiani all’estero: “Dagli incontri che ho avuto con lui (Berlusconi) ed il Capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, on. Renato Brunetta, ho subito percepito la loro piena sensibilità sul tema. Durante il Governo Berlusconi, infatti, gli italiani all’estero non pagavano l’Imu”.
Ma come, signora Maria Rosaria in arte Fucsia, lei è rimasta comodamente intruppata per tutta la legislatura in quella maggioranza di governo che ora, e solo ora, si accorge improvvisamente non essere attenta agli italiani all’estero e giustifica il suo salto della quaglia con un argomento che dimostra la sua ignoranza (voce del verbo ignorare)?
Mike Bongiorno avrebbe commentato: “Ahi, ahi, ahi, signora Maria Rosaria, mi è caduta sull’IMU”. Perchè, vede, forse lei ha orecchiato vagamente che Berlusconi tolse l’IMU. Vero, verissimo. Quello che lei ha dimostrato di ignorare è che però la mantenne proprio per gli italiani residenti all’estero e da allora è rimasta.
Ignorante per ignorante (sempre voce del verbo ignorare, sia ben chiaro), voltagabbana per voltagabbana, è mille volte più simpatico Razzi. Se non altro lui, per tutta una vita operaio in Svizzera, rappresenta in sè un certo tipo di emigrato. E’ ruspante, ma verace. Mentre la signora della buona società italoamericana rappresenta solo il vuoto mascherato da impegno politico. Quale? Dipende da che giorno è.
Dopo il suo passaggio Razzi fu premiato con l’elezione al Senato in Abruzzo. Se anche la signora Maria Rosaria verrà ritirata dalla rappresentanza degli italiani all’estero per essere spostata in un collegio italiano, Berlusconi verrà ringraziato e ricordato come benefattore degli italiani all’estero, pur non avendo tolto loro l’Imu, per averli liberati da due parlamentari capaci solo di farsi “li cazzi sua”. (Controcorrente)
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