“Il mercato Usa è già oggi il secondo mercato per l’agroalimentare italiano (il primo già da anni per il vino) alle spalle della Germania. Ma i tassi di crescita ci indicano che presto gli Stati Uniti diventeranno il primo sbocco. Pensavamo occorressero un paio di anni, grazie all’ apprezzamento del dollaro sull’ euro forse questo risultato sarà raggiunto prima”. Per il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio, la parità euro-dollaro è un’opportunità per il food & wine made in Italy.
“Sono certo che i risvolti positivi saranno maggiori di quelli negativi – dice a Il Sole 24 Ore Vacondio – perché dalla parità non derivano solo effetti positivi. Siamo un paese di trasformatori che importano e trasformano materie prime agricole che produciamo ma non in proporzione al fabbisogno. E queste materie prime sono negoziate in dollari per cui i loro prezzi aumenteranno”.
La parità euro-dollaro è invece senza dubbio un’ ottima notizia per il vino made in Italy per il quale gli Stati Uniti sono da anni il primo mercato in valore (con un fatturato 2021 superiore agli 1,7 miliardi).