Stefano Parisi, incaricato da Silvio Berlusconi di riorganizzare Forza Italia e rigenerare il centrodestra, si presenta ai lettori di Libero, giornale che parla agli elettori ex Pdl e leghisti, come alternativa al Pd di Matteo Renzi e ai Cinque Stelle di Beppe Grillo e Luigi Di Maio. Parlando in particolare di Renzi, “abbiamo visioni alternative del futuro del Paese", dice Parisi. Il Movimento 5 Stelle? “Gioca la carta dell’antipolitica per raccogliere un consenso facile, ma poi non ha una ricetta di governo né soluzioni per i nostri problemi”.
Comunque "ora il mio incarico riguarda Forza Italia: sono stato incaricato da Berlusconi di presentargli un progetto per il suo rilancio. Ho totale libertà di pensiero e di spirito. In contemporanea sto curando la mia iniziativa parallela del 16 e 17 settembre, autonoma dai partiti. Non ho ancora nessuna squadra. Ho intorno molte persone e non solo politici: imprenditori, intellettuali, liberali. Iniziamo a dare un contributo di idee con persone che vengono dal mondo del lavoro e dell’impresa". Parole che sembrano essere di Berlusconi in persona.
Ai colonnelli di Forza Italia, ovviamente, il protagonismo di Parisi non piace. Tanto meno piace a Matteo Salvini, che dedica una stoccata a Berlusconi: “Ha diviso il centrodestra, ha voluto perdere”, sentenzia il leader del Carroccio tornando sui risultati delle passate amministrative. Un Silvio Berlusconi che ha voluto perdere. Possibile? No, “niente carrozzoni, niente marmellate” per Salvini, “ora fuori Alfano, fuori Verdini, fuori Cicchitto”. Perché “ho grande rispetto per Berlusconi – conclude il Matteo padano -, ma non ho pietà per chi invece vuole solo mantenere la poltrona".
Daniela Santanchè, forzista sempre più su posizioni leghiste, commenta: "Io Parisi non lo vedo proprio. Nel senso che contano i contenuti, i problemi degli italiani: immigrazione, sicurezza, imprese, occupazione, credito. Tutti temi su cui il governo è inerte. Non è un problema di persone, ma di contenuti. E poi, aggiungo, credo che dobbiamo tornare a una selezione democratica della classe dirigente, basta con proclamati e autoproclamati. Non è sufficiente l’indicazione di Berlusconi, servono le primarie". Intervistata dal Tempo, la parlamentare Fi conclude: "Per me se il popolo sceglie è già una vittoria, purché ci sia un’elezione”. Primarie del centrodestra, dunque.
Per la deputata di Area popolare Paola Binetti Salvini è continuamente “impegnato in una serie di lotte personali con questo o con quello, quando sembrano fargli ombra, rifiutato o corteggiato a seconda dei momenti e degli interlocutori". E’ davvero così? Una cosa e certa: Silvio Berlusconi non sarà più in prima linea, ma le tessere del puzzle le ha sempre in tasca lui.
Discussione su questo articolo