Stefano Parisi nuovo leader del centrodestra? L’ex ad di Fastweb, incaricato dal Cavaliere di risollevare le sorti di Forza Italia, è prudente: “Il leader lo deciderà Berlusconi”. Giovanni Toti? “Ha una visione diversa del futuro del centrodestra”. Su Radio 24 prosegue: “Secondo me è sbagliato fare uno scontro all’interno della coalizione del centrodestra su chi farà il capo. Credo che il problema del centrodestra prima sia quello di rigenerarlo e di capire qual è la rotta”.
Primarie? Deciderà come sempre l’uomo di Arcore? “Ma sì, non so, vedremo”. Alla domanda se sia meglio Sala o Toti: “Tra Toti e Sala è meglio Toti, specie con due t”. Parisi non ci sta nemmeno ad essere considerato il nuovo Angelino Alfano: “Di Alfano ce n’è uno solo”, dice, “e anche di Toti”.
“Non voglio rottamare perche’ penso che poi i rottami ti inseguono, come succede a Renzi inseguito da D’Alema. Il problema non e’ quello di rottamare, il problema e’ di rinnovare e di portare persone nuove, professionisti, gente che sa cosa fare e vicina alla politica. E questo sta riuscendo bene, non solo a Milano, ma ovunque”.
A proposito del duello a Porta a Porta con il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi: “Boschi è preparatissima, ha studiato un sacco. Non so quanto sia finito il faccia a faccia. Era come un Real Madrid-Roma giocato al Bernabeu, un pareggio che va bene. Ci sono le partite in casa e quelle fuori casa, ma non ho capito quando ci sarà il ritorno in casa. Non mi voglio lamentare, ma i tempi per le risposte e le interruzioni” non sono stati uguali per entrambi.
A proposito di referendum: “Credo che l’elettorato moderato oggi sta guardando al sì perché ha paura che dopo il no ci sia il vuoto. Io penso che innanzitutto dobbiamo dimostrare che se vince il no in Italia c’è comunque una continuità e c’è soprattutto una forza di governo che è il centro destra che si candida a governare con serietà e fa le riforme vere”.
Infine, uno sguardo a Milano: “Voto a Sala? Quattro e mezzo, cinque. Ha fatto una giunta tutta di politici, ha fatto girare gli assessori della giunta Pisapia come faceva la Dc. I temi dello sviluppo e della sicurezza non li ha affrontati. I cento giorni sono passati. Noi avevamo le delibere pronte dalla prima giunta”.
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