Stefano Parisi, intervistato dal Corriere della Sera, nega di poter essere considerato “il futuro anello di congiunzione tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi” come ipotizzato da De Benedetti. “I governi di grande coalizione – spiega Parisi – non mi convincono. Intanto perché questo modello è in crisi in Austria come in Olanda, e mostra la corda anche in Germania, e poi perché proprio questa soluzione sta alimentando l’antipolitica. Quando invece si confrontano due piattaforme programmatiche alternative, com’è accaduto a Milano, le forze antisistema vengono marginalizzate. Ciò non vuol dire che il bipolarismo debba essere il muro contro muro”.
“Per venti anni in Italia abbiamo assistito a uno scontro violento, con la sinistra e i suoi giornali di riferimento impegnati solo a tentare di delegittimare l’avversario. Perciò la domanda posta a Berlusconi andrebbe rivolta proprio a chi gliel’ha fatta: ne è valsa la pena? Secondo me no. La sinistra ne è uscita inaridita e si è esaurita in un conflitto che non ha giovato al Paese. Oggi serve un bipolarismo adulto, figlio di un confronto serrato quanto civile. Serve un programma di governo, proprio quello che stiamo costruendo, alternativo a Renzi”. Il quale, secondo Parisi, “a parole ha cercato di conquistare l’elettorato moderato, ma i suoi provvedimenti stanno in realtà impoverendo il Paese e stanno erodendo la fiducia dei cittadini verso la politica”.
Dunque Parisi nega di lavorare come candidato premier del centrodestra: “Non è tema del momento. Il mio è un contributo alla ricostruzione del centrodestra”. E per quanto riguarda il referendum? “Qualunque sia l’esito, ci sarà un centrodestra pronto a governare”, assicura. E poi spiega: “Se vincesse il No Renzi dovrebbe dimettersi da premier e lasciare al capo dello Stato il compito di indicare una soluzione di transizione, in modo da andare alle urne con un nuovo sistema di voto”. Il centrodestra, però, non appoggerebbe tale soluzione di transizione, perché “è l’attuale maggioranza che dovrebbe assumersi le proprie responsabilità. In Parlamento andrebbe approvata una nuova legge elettorale per eliminare il secondo turno e rivedere il premio di maggioranza”. Quanto ai Cinque Stelle, per Parisi “non hanno radici storiche profonde”, “pochi anni fa il M5S non esisteva e il vento anti-sistema potrebbe presto esaurirsi”.
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