Torna a Parigi dopo 24 anni, una grande mostra dedicata all’arte di Edgar Degas, tra i protagonisti della pittura francese della seconda meta’ dell’800. A raccontare il genio del maestro impressionista (ma non solo) saranno le magnifiche serie di nudi, circa 160 opere tra disegni, dipinti, sculture ospitate dal 13 marzo il Museo d’Orasy , che custodisce molti dei suoi capolavori.
Intitolata ‘Degas e il nudo’, l’importante esposizione e’ stata organizzata dal museo parigino in collaborazione con il Museum of Fine Arts, Boston, dove si e’ appena conclusa la prima edizione.
La sinergia tra i due istituti museali ha quindi reso possibile la presentazione di lavori straordinari, molti dei quali provenienti dal ricchissimo fondo di opere grafiche del museo d’Orsay, raramente esposto al pubblico per motivi di conservazione, alle quali si sono aggiunti i prestiti eccezionali delle maggiori collezioni internazionali, tra cui quelle del Philadelphia Museum of Art, dell’Art Institute di Chicago o del Metropolitan Museum of Art di New York.
A curare la retrospettiva , George T. M. Shackelford, conservatore al Museum of Fine Arts Boston per l’arte europea e Xavier Rey, conservatore al d’Orsay, che hanno puntato sul tema del nudo per illustrare l’intero arco creativo di Degas, un’evoluzione della sua arte che va dall’approccio accademico e storico degli esordi all’affermazione del corpo femminile quale elemento della modernita’ come si configura nel periodo della maturita’. I nudi diventano per il pittore, ancor piu’ dei cavalli e addirittura della ballerine, la chiave di volta per esprimere la sua straordinaria innovazione formale e del colore.
Un genere, quello del nudo, a cui Degas si dedica costantemente nel corso della vita, fino a farlo diventare una specie di ossessione, praticata con tutte le tecniche: la pittura, la scultura, il disegno, la stampa e soprattutto il pastello che l’artista porta al suo massimo livello di perfezione. Grazie alla spontaneita’ che questo mezzo espressivo gli consente, Degas ricerca effetti luminosi e cromatici di grande originalita’, addirittura strabilianti quando, applicati a quei nudi realisti, riescono a tradurre sui corpi delle donne persino le piu’ impercettibili vibrazioni della luce.
Ecco quindi che attraverso il genio di Degas il piu’ accademico dei generi si trasforma, al di la’ di ogni movimento o scuola, nel piu’ foriero di modernita’. E’ quello che vuole dimostrare la retrospettiva del d’Orsay. ‘Il nostro progetto espositivo – ha spiegato George Shackelford – esplora come Degas sfruttasse tutte le possibilita’ espressive del corpo e dimostra come la sua personale visione del nudo influenzasse il suo stesso concetto di modernita”.
Attraverso i capolavori selezionati dai curatori, appare infatti chiaro come a poco a poco l’artista abbia abbandonato ‘la forma classica o storica a favore di una figura piu’ naturale, impegnata in atti scandalosamente carnali o uscendo da un’ordinaria vasca da bagno’.
Conosciuto come uomo caustico e misogino, Degas non si avvicina al nudo femminile con il piacere dell’amico-rivale Edouard Manet. Il suo rimane un approccio mutevole, spesso distaccato, tanto da fargli dire: ‘Finora il nudo e’ stato presentato in pose che supponevano la visione da parte di un pubblico. Ma le donne che io raffiguro sono persone semplici e le mostro senza civetteria, allo stato di bestie che si lavano’.
Sembrerebbe dunque l’estremo desiderio di una implacabile veridicita’ anatomica ad animare la sua ricerca espressiva che arriva a creare capolavori quali ‘La tinozza’ o ‘Dopo il bagno.
Donna che si asciuga la nuca’. Una femminilita’ quasi dissacrata, ben lontana da qualsiasi atteggiamento romantico, sognante, lo sguardo del vecchio maestro e’ per ogni particolare dell’anatomia taciuto dall’arte in nome di figure angelicate, bellezze intangibili. La mostra del d’Orsay, sottolineano i curatori, sara’ dunque una sorpresa per i molti appassionati, che attraverso il genio di Degas, potranno riscoprire ‘il corpo nella sua forma piu’ pura’.
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