Gianluigi Paragone, senatore del gruppo misto e fondatore di No Europa per l’Italia – Italexit con Paragone, è intervenuto su Radio Cusano Campus e sulla crisi covid ha detto: “L’Italia era priva di un piano pandemico aggiornato, quando la cosa è emersa nessuno dentro il governo, dall’asse Conte-Casalino-Speranza, si è sognato di aprire un dibattito parlamentare”.
“Sono andati avanti con task force, esperti, cerchi magici e il parlamento è stato completamente estromesso. Arcuri, quando tutti già parlavano di vaccini, se ne usciva con le primule disegnate da Boeri. Conte ha gestito male, ma qui vanno avanti commettendo gli errori di sempre. Questi qui sono ancora convinti di risolvere tutto dando soltanto un po’ di soldi in più, ma questo piano serviva 6 mesi fa. Se tu chiudi le palestre, questo ha ripercussioni anche sulle aziende che producono macchinari e molte sono italiane, così come le imprese di abbigliamento sportivo, è tutta una filiera”.
Sulle parole di Lamorgese: “Nessuno sfrutti le proteste politicamente”. “Io le rispondo: nessuno sfrutti il covid per farsi le proprie posizioni. Se non vuoi che la disperazione vada in piazza per non disturbare il manovratore, forse vuoi che gli imprenditori e i commercianti si suicidino? Guardare avanti vuol dire che o salvi la filiera italiana oppure regali il Paese alle multinazionali. Lo Stato ci deve mettere una vagonata di soldi che vanno a debito e che vengono scaricati nell’economia reale. Io ieri ero a Firenze con gli ambulanti, mi devono spiegare perché i mercati all’aperto non possono restare aperti. Devono riaprire, se i dati continuano ad essere quelli di oggi vuol dire che la strada che hanno imboccato è sbagliata, perché continuiamo ad avere il numero più alto di decessi. Bisogna dare tutti i soldi agli operatori economici, resettare ogni multa e cartella fiscale partita in questo anno, l’Agenzia delle Entrate deve restare ferma, questo Paese per ripartire non ha bisogno adesso di burocrati. Se tu non fai ripartire queste imprese le ammazzi e arrivano le multinazionali”.