Prima le voci sussurrate per strada, nei circoli e nei salotti, poi la campagna di stampa che lo descrive come la mente di una truffa milionaria a una fondazione benefica e i fedeli disorientati. Sono stati mesi difficili per mons. Francesco Micciche’, arcivescovo di Trapani da 13 anni, sollevato dall’incarico dal Vaticano che ha nominato amministratore apostolico mons. Alessandro Plotti, ex vescovo di Pisa. Un provvedimento ‘estremo’ frutto di ‘calunnie meschine’, come lo definisce lo stesso mons. Micciche’ in una lettera inviata ai fedeli della diocesi.
A determinare la rimozione del vescovo sarebbe stata una intricata vicenda giudiziaria, dai contorni ancora poco chiari, sfociata nei mesi scorsi nell’invio di un ‘visitatore apostolico’ da parte del Vaticano, il vescovo di Mazara del Vallo mons. Domenico Mogavero, incaricato di fare chiarezza.
L’inchiesta in cui mons. Micciche’, secondo quanto comunicato ai suoi legali dalla Procura di Trapani, risulta parte lesa, ruota attorno a violenti scontri con don Ninni Treppiedi, 37 anni, ex fedelissimo del vescovo, parroco di Alcamo poi passato a gestire la contabilita’ della Curia e recentemente sospeso a divinis per gravissimi illeciti amministrativi. Il prete – secondo questa ricostruzione – si sarebbe appropriato di denaro della parrocchia di Alcamo, oltre 170 mila euro, e avrebbe venduto beni della Chiesa falsificando la firma di mons. Micciche’. La Procura di Trapani che ha aperto diversi procedimenti – per furto, truffa, frode informatica, stalking, diffamazione e calunnia – sta verificando la responsabilita’ di un’altra decine di persone che sarebbero coinvolti nella vicenda.
Ma la magistratura trapanese vuole fare luce anche su quella che il vescovo ha definito una ‘campagna mediatica’ contro di lui. Mentre il prelato cominciava a indagare sul suo parroco, sui giornali sono infatti comparsi articoli in cui si parlava di un’inchiesta su un presunto ammanco di denaro – oltre un milione di euro – realizzato nella fusione delle fondazioni Campanile e Auxilium, quest’ultima, per statuto, presieduta dal vescovo.
Davanti ai pm Monsignor Micciche’ ha sostenuto, documenti alla mano, che i soldi sono tutti al loro posto e serviranno alla costruzione del nuovo centro di riabilitazione. Oggi la decisione del Vaticano che mons. Micciche’, pur ribadendo la sua ‘fedelta’ al Papa e alla Chiesa in spirito di obbedienza’, bolla come un ‘complotto’ che ‘ha trovato sponde anche ai livelli piu’ alti della Chiesa’.
Discussione su questo articolo