«Non credo che Benedetto XVI sia un grande filosofo, né un grande teologo, anche se generalmente viene rappresentato come tale». Umberto Eco ha valutato l’esamino dell’alunno Ratzinger assolutamente insufficiente e quindi lo ha dovuto “rimandare a settembre” addirittura in “teologia”! «Le sue polemiche, la sua lotta contro il relativismo sono, a mio avviso, semplicemente molto grossolane…», ha poi aggiunto Eco per motivare la bocciatura del Papa in quella materia, «nemmeno uno studente della scuola dell’obbligo le formulerebbe come lui. La sua formazione filosofica è estremamente debole».
Ma analizziamo prima, molto, ma molto succintamente, il curriculum scolastico dell’alunno Ratzinger, il cui esito culturale, secondo il celeberrimo scrittore Eco è molto deludente.
Nel 1953 Joseph Ratzinger si è laureato in teologia con una dissertazione sul tema: "Popolo e Casa di Dio nella Dottrina della Chiesa di sant’Agostino". Nel ‘57 ha fatto la libera docenza di teologia fondamentale. Dal ‘69 è professore di dogmatica e di storia dei dogmi presso l’Università di Ratisbona. La sua intensa attività scientifica lo ha portato in seno alla Conferenza Episcopale Tedesca, nella Commissione Teologica Internazionale. Tra le sue pubblicazioni "Introduzione al cristianesimo" (1968) e una raccolta di lezioni universitarie sulla "professione di fede apostolica". Redige lo studio approfondito della teologia "Rapporto sulla fede" nel 1985 e "Il sale della terra" del ‘96. Va ricordato anche il libro "Alla scuola della Verità"
Il Sacerdote Ratzinger, partecipa al Concilio Vaticano II come esperto in teologia. È stato Relatore alla Quinta Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi (1980) sul tema della famiglia cristiana nel mondo contemporaneo, evidenziando la crisi della cultura tradizionale della famiglia di fronte alla mentalità tecnicistica e meramente razionale. Nell’81 Giovanni Paolo II lo ha nominato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. È’ divenuto anche Presidente della Pontificia Commissione Biblica e della Commissione Teologica Internazionale. È stato anche Presidente Delegato della Sesta Assemblea (1983) che ha avuto per tema la riconciliazione e la penitenza nella missione della Chiesa.
E’ stato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e Collaboratore di Giovanni Paolo II in maniera continua e preziosa. Tra i tantissimi punti-fermi della sua opera:la presidenza della Commissione per la Preparazione del Catechismo della Chiesa Cattolica.
Per argomentare il suo pesante giudizio, Eco ha fatto riferimento proprio ad una questione che gli è apparsa molto indigesta: la questione del relativismo: «In sei mesi potrei organizzarle un seminario sul tema. E può starne certo, perché alla fine, io presenterei almeno 20 posizioni filosofiche differenti sul relativismo. Metterle tutte insieme come fa Papa Benedetto, come se ci fosse una posizione unitaria è, per me, estremamente naif».
Allora vediamo come si proponeva l’allora, ancora, Cardinale Ratzinger alla vigilia della sua elezione al Soglio Pontificio, nella Basilica Vaticana, celebrando la Santa Messa "pro eligendo Romano Pontifice" a poche ore dall’inizio del Conclave che lo avrebbe eletto:
"… Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero… La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde – gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice san Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore. Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare "qua e là da qualsiasi vento di dottrina", appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie. Noi, invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. È lui la misura del vero umanesimo. "Adulta" non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo. È quest’amicizia che ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità…”
Ha proprio ragione Umberto Eco, anzi se volessi, io stesso potrei portare non venti, ma duecento o duemila posizioni filosofiche differenti sul “relativismo”. E’ relativismo, proprio per questo: ogni giorno cambiamo un paragrafo della filosofia di vita del giorno precedente ed abbiamo una nuova dottrina “relativista” da seguire! Basta che oggi inventiamo un nuovo sistema di inciucio economico-bancario-statale o qualcuno che dica che il Big bang non c’è mai stato, o che scoprano che Cristo era comunista, scoppia una nuova moda a cui bisogna sottostare ed adeguarsi per non essere “off”.
Papa Ratzinger guarda direttamente all’uomo che, come un albero, campa con le proprie radici infisse nel terreno. Se il campo dove vive è inquinato da diverse falde velenose (le 20 diverse posizioni filosofiche) l’albero avrà una crescita difficoltosa, a prescindere se l’inquinamento sia causato da liquami, scarichi industriali, o scarsezza d’acqua. Il Papa ha centrato la propria posizione cattolica da “sublime prete apologeta”, senza scendere nei particolari terreni delle diversità dei liquami o delle diverse tendenze filosofiche esistenti inebrianti moderniste o semplicemente false. Questa differenziazione la lascia commentare, appunto, ad Eco o a qualche astrofisica o matematico teorico, o a qualche scienziato inebriatosi dal ritrovamento (presunto) di un ossicino del primo uomo-scimmia.
Il bello di questo Papa è proprio il fatto che è davvero “naif” – come lo definisce Eco – , se significa “sempliciotto”. Lo ammiro proprio per questo, lo vogliamo proprio così, anche e, soprattutto, quando prende posizione contro qualche eccelso alto prelato che si mette a fare il politicante intrigante populista e, quindi, relativista. La grandezza di questo Papa è proprio la saldezza essenziale nel suo modo di filosofeggiare: in maniera semplice, diretta, comprensibile da tutti i semplici, come un prete di campagna che parla dal pulpito di una chiesetta sperduta tra i monti tra gente semplice.
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