Fra un mese conosceremo la risposta al quesito: quale Chiesa governerà il mondo cattolico nei prossimi anni? Se una nuova Teoria della Liberazione estesa dal Sud America si diffonderà nel vecchio continente con i compagni-preti e con i loro partiti unici di riferimento, oppure prevarrà una Istituzione Universale che seguirà la dottrina di fede impostata con vigore e sicurezza da uno dei più Grandi Papi che la Chiesa cattolica abbia avuto. Prevarrà una Chiesa inspirata dai propositi della santa vita nella penombra di una Madre Teresa o sarà sospinta dalla intrigante e bellicosa attività di un politico Don Ciotti, il quale proporrà anche tra i prelati: “Liste pulite, mobilitiamoci!”.
Sarà, insomma, una Chiesa dove prevarrà la volontà di salvare l’anima nell’aldilà, guidata dalle opere misericordiose terrene dettate della fede, speranza e carità o vincerà una “chiesa terrena” che si festeggerà il primo maggio al di fuori della Chiesa di San Giovanni?
L’atto di rinuncia di Benedetto è la più grande prova della sua intelligenza, della sua lungimiranza, della sua intraprendenza per il bene della Chiesa. Un atto che, quelli che lo consideravano un retrogrado in termini di conduzione pontificale (specialmente quando combatteva il relativismo) dovranno recepire come un’azione incredibilmente rivoluzionaria, modernista e, diciamolo sinceramente, coraggiosa!
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