Decine di capi di Stato, teste coronate, ma anche qualche personalita’ la cui fedina penale non e’ proprio immacolata, si ritroveranno domani tutti insieme a Piazza San Pietro per la messa di inaugurazione del pontificato di Francesco: i potenti della terra per un papa che sogna una Chiesa ‘povera’ e al fianco dei ‘poveri’. Saranno 132 le delegazioni straniere presenti sul sagrato della Basilica vaticana. Nel fornire la cifra, il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha voluto sottolineare che nessuno di loro e’ stato invitato: ‘Non ci sono privilegiati – ha puntualizzato -. Tutti sono benvenuti, ma non sono stati invitati: sono loro che hanno manifestato il desiderio di venire. E questo vale per tutte le 132 delegazioni che saranno presenti domani’.
Il direttore della Sala Stampa non ha fatto nomi, ma la sua precisazione sembra riferirsi ad alcuni personaggi scomodi e controversi. A cominciare da Robert Mugabe, padre-padrone dello Zimbabwe, accusato dalla comunita’ internazionale di essere un dittatore senza scrupoli; lui – che ha studiato dai gesuiti come Francesco e partecipo’ ai funerali di Wojtyla nel 2005 – e’ gia’ atterrato a Roma e, da buon cattolico quale si ritiene di essere, domani non manchera’ all’intronizzazione del successore di Pietro. Polemiche si sono accese nel frattempo anche sul capo della delegazione indiana, il vice presidente del Senato, P.J.Kurien, finito sotto processo nel 1996, insieme ad altre 46 persone, per aver segregato e violentato per 40 giorni una studentessa di sedici anni.
Alla storica cerimonia di domani tutti, anche se non invitati, vogliono partecipare. Tra le poche, importanti, eccezioni vi e’ la Cina che non inviera’ nessuna rappresentanza ma che ha augurato, per bocca del suo ambasciatore a Roma, ‘che le virtu’ personali di Papa Francesco, nella sua gestione, diventino virtú della Chiesa’. Invece e’ gia’ arrivato a Roma il presidente di Taiwan, Ying Jeou Ma. Per l’Italia ci saranno il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il premier Mario Monti, i nuovi presidenti di Camera e Senato e il presidente della Corte costituzionale. Decine di capi di Stato sono giunti dai paesi latino americani, a partire dall’Argentina, patria di Jorge Mario Bergoglio. La presidenta Cristina Fernandez de Kirchner oggi ha avuto un lungo colloquio, seguiti da un pranzo, con il nuovo Papa. Nella capitale e’ arrivato ieri anche il vicepresidente statunitense, il cattolico Joe Biden, mentre nelle prossime ore dignitari da tutto il pianeta intaseranno i cerimoniali degli aeroporti di Ciampino e Fiumicino. In arrivo, tra gli altri, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente della Commissione europea Jos‚ Manuel Barroso, i primi ministri di Francia e Spagna, Jean-Marc Ayrault e Mariano Rajoy, Re Alberto II e la Regina Paola del Belgio e il Principe Alberto II di Monaco. Folte anche le rappresentanze delle altre religioni: dai cristiani ortodossi (ha annunciato la sua presenza il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo) ai ‘fratelli maggiori’ ebrei fino a numerosi esponenti del mondo musulmano.
Discussione su questo articolo