Papa Francesco è arrivato alla Casa Bianca a bordo di una Fiat 500L e si è presentato come "figlio di una famiglia di emigranti". Nel segno dell’umiltà e della semplicità inizia la storia visita del Santo Padre al presidente degli Stati Uniti.
Barack Obama, che ieri è andato a riceverlo alla basa aerea di St. Andrew con tutta la famiglia, lo accoglie ringraziandolo "per il grande dono della speranza": un grazie "non solo per il ruolo, ma per le qualità uniche come persona. Nella dolcezza delle parole e la generosità dello spirito vediamo in lei un esempio vivente degli insegnamenti di Gesù".
Francesco, dopo aver affermato che si "accinge con gioia a questi giorni di incontro e di dialogo", nei quali spera di "ascoltare e di condividere molti dei sogni e delle speranze del popolo americano", ha ricordato il suo intervento al Congresso, dove spera, "come fratello di questo Paese, di dire una parola di incoraggiamento a quanti sono chiamati a guidare il futuro politico della Nazione nella fedeltà ai suoi principi fondativi".
Tanti i temi trattati, dall’emergenza rifugiati ai cambiamenti climatici fino ad arrivare al disgelo tra Usa e Cuba. "Lei ci ricorda come il più potente messaggio di Dio è la misericordia – ha detto Obama rivolgendosi a Bergoglio – e questo significa accogliere lo straniero con empatia e col cuore realmente aperto, che si tratti di rifugiati che fuggono da terre lacerate dalla guerra o immigrati che lasciano la loro casa in cerca di una vita migliore".
Con il discorso rivolto a Obama, Papa Francesco ha voluto dar voce "al gruppo di esclusi che grida al cielo e che bussa con forza alle nostre case, città, società" e riprendendo "le sagge parole del reverendo Martin Luther King", ha esortato i potenti del mondo ad "ammettere che siamo stati inadempienti in alcuni impegni e che ora è giunto il momento di onorarli". A iniziare dal cambiamento climatico, "un problema che non può più essere lasciato a una generazione futura" ha affermato Papa Francesco definendo "promettente" l’iniziativa del presidente Usa per la riduzione dell’inquinamento dell’aria.
Gli fa eco Obama, sottolineando "l’obbligo sacro di proteggere il pianeta, dono magnifico di Dio". Bergoglio ha poi pubblicamente ringraziato il presidente Usa per la normalizzazione dei rapporti con Cuba. "Gli sforzi compiuti di recente per riconciliare relazioni che erano state spezzate e per l’apertura di nuove vie di cooperazione all’interno della famiglia umana – ha detto nel suo discorso il Papa latinoamericano – rappresentano positivi passi avanti sulla via della riconciliazione, della giustizia e della libertà".
Da parte sua, Obama non dimentica "l’impagabile sostegno dato al nostro ‘nuovo inizio’ con il popolo cubano" dato proprio da Francesco. Durante l’incontro, inoltre, Obama ha rimarcato la vicinanza della Chiesa a "coloro che cercano di rompere le catene della povertà, della violenza e dell’oppressione" e sottolineato "l’obbligo assoluto di porre fine alla povertà estrema nell’arco di una generazione". Il Pontefice, concludendo il suo discorso con l’invocazione "Dio benedica l’America!", si prepara al fitto calendario di impegni in terra americana che lo vedrà, nei prossimi giorni, intervenire al Parlamento americano e al Palazzo di Vetro dell’Onu, e partecipare al Meeting mondiale delle famiglie di Philadelphia.
Discussione su questo articolo