Su codesto giornale, ho letto con piacere l’articolo di Marco Testa intitolato “Perché Bergoglio è forse il peggior politico della storia vaticana“. Mi sento di suggellare l’articolo di Testa, con una mia considerazione.
Il Papa è capo di uno Stato e come tale, nel suo Stato, può fare la sua politica. Però, egli è anche capo visibile della Chiesa, Vicario di Cristo sulla Terra. Papa Francesco ha confuso le due cose.
Come capo di Stato può agire come meglio crede. Ergo, finché agisce come capo dello Stato di Città del Vaticano e nei confini di quest’ultimo, il Papa ha tutto il diritto di implementare la sua politica. Però, come Vicario di Cristo non può prendere una posizione politica. Nel momento in cui lo fa, crea una divisione nella Chiesa.
Purtroppo, Papa Francesco ha fatto esattamente questo. Il Papa deve sacrificare la sua stessa opinione, per il bene della Chiesa. Papa Francesco non lo sta facendo. Egli sta premiando solo quella parte della Chiesa che è ideologicamente vicina a lui. Basti vedere le ultime nomine dei cardinali. Questo sta creando molte inquietudini.
Se poi aggiungiamo la dichiarazione di fratellanza con i musulmani, senza tenere conto di Gesù Cristo, il non riconoscimento di Gerusalemme come capitale dello Stato di Israele, che è garanzia per i cristiani della Terra Santa, e l’accordo con il governo cinese che di fatto danneggia i cattolici che vogliono essere in comunione con la Santa Sede e che si oppongono al regime, il quadro a tinte fosche è completo.