Papa Francesco, assieme a migliaia di fedeli radunati in piazza San Pietro per il consueto Angelus domenicale, ha pregato per le famiglie delle vittime del terremoto e della neve in centro Italia. Preghiere anche per tutti i soccorritori che ancora sono impegnati nelle operazioni di recupero e salvataggio.
“Nei giorni scorsi, il terremoto e le forti nevicate hanno messo nuovamente a dura prova tanti nostri fratelli e sorelle dell’Italia centrale, specialmente in Abruzzo, Marche e Lazio.
Sono vicino con la preghiera e con l’affetto alle famiglie che hanno avuto vittime tra i loro cari. Incoraggio quanti sono impegnati con grande generosità nelle opere di soccorso e di assistenza; come pure le Chiese locali, che si prodigano per alleviare le sofferenze e le difficoltà”, ha detto il Pontefice, che poi ha aggiunto a braccio: “Grazie tante per questa vicinanza e per il lavoro concreto che portate. Grazie tante e vi invito a pregare insieme la Madonna per le vittime e anche per quelli che con grande generosità si impegnano nelle opere di soccorso”.
LE PERIFERIE E IL QUOTIDIANO – Papa Francesco prima dell’Angelus ha voluto sottolineare – come già più volte fatto in passato – l’importanza delle periferie e del quotidiano, nel quale si può incontrare Dio. “Il Signore si rivela a noi non in modo straordinario o eclatante, ma nella quotidianità della nostra vita”, ha spiegato ai fedeli. E poi ancora: “Tutti gli spazi del vivere umano sono terreno in cui gettare la semente del Vangelo, affinché porti frutti di salvezza”. Bisogna “Portare la parola a tutte le periferie”, ha sottolineato il Papa improvvisando rispetto al discorso preparato.
“Per stringere il patto di alleanza con Dio, ognuno è chiamato a convertirsi, trasformando il proprio modo di pensare e di vivere. Non si tratta di cambiare gli abiti, ma le abitudini”, ha detto in un altro passaggio il Pontefice.
Papa Francesco aveva spiegato ai fedeli che “il messaggio di Gesù ricalca quello del Battista, annunciando il ‘regno dei cieli’. Questo regno non comporta l’instaurazione di un nuovo potere politico, ma il compimento dell’alleanza tra Dio e il suo popolo che inaugurerà una stagione di pace e di giustizia. Per stringere questo patto di alleanza con Dio, ognuno è chiamato a convertirsi”. “Ciò che differenzia Gesù da Giovanni il Battista è lo stile e il metodo – ha detto poi -. Gesù sceglie di essere un profeta itinerante. Non sta ad aspettare la gente, ma si muove incontro ad essa. Le sue prime uscite missionarie avvengono lungo il lago di Galilea, a contatto con la folla”.
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