Papa Francesco ha preferito mettere da parte il discorso che aveva preparato per l’incontro con circa 50.000 giovani nello stadio Kasarani di Kangemi e ha scelto di rispondere a braccio alle loro domande. "Abbiamo bisogno di città integrate e per tutti. Abbiamo bisogno di andare oltre la mera declamazione di diritti che, in pratica, non sono rispettati, e attuare azioni sistematiche che migliorino l’habitat popolare e progettare nuove urbanizzazioni di qualità per ospitare le generazioni future. Il debito sociale, il debito ambientale con i poveri delle città si paga concretizzando il sacro diritto alla terra, alla casa e al lavoro. Questa non è filantropia, è un dovere morale di tutti".
Una volta giunto in Uganda, a Entebbe, il Papa ha incontrato le autorità e il corpo diplomatico: "La mia visita – spiega – intende anche attirare l’attenzione verso l’Africa nel suo insieme, sulla promessa che rappresenta, sulle sue speranze, le sue lotte e le sue conquiste. Il mondo guarda all’Africa come al continente della speranza".
Il Santo Padre contro il tribalismo e la corruzione, che e’ ovunque, "anche in Vaticano". "Il tribalismo – ha osservato papa Francesco – distrugge una nazione. Il tribalismo vuol dire tenere le mani nascoste dietro di noi e avere una pietra in ogni mano per lanciarla contro l’altro. Il tribalismo solo si vince con l’ascolto con il cuore e con la mano. Con le orecchie: quale e’ la tua cultura? Perche’ sei cosi’? Perche’ la tua tribu’ ha questa abitudine, questo costume? La tua tribu’ si sente superiore o inferiore? Con il cuore. Una volta che ho ascoltato con le orecchie la risposta allora apro il mio cuore e tendo la mano per continuare il dialogo. Se voi non dialogate e non vi ascoltate tra di voi allora ci sara’ sempre il tribalismo come un tarlo che corrode la società".
"Io – ha subito dopo detto il Pontefice – mi chiedevo: si puo’ giustificare la corruzione? Per il semplice fatto che tutti stanno peccando, che tutti agiscono in base alla corruzione. Come possiamo essere cristiani e combattere il male della corruzione?". Qualcosa che è presente “non solo in politica, in tutte le istituzioni, incluso nel Vaticano, ci sono casi di corruzione. La corruzione e’ qualcosa che ci entra dentro, è come lo zucchero, ci piace, e’ facile, e poi finiamo male, facciamo una brutta fine. Invece di tanto zucchero facile, finiamo diabetici oppure il nostro paese finisce per ammalarsi di diabete. Ogni volta che accettiamo una tangente, che accettiamo una bustarella e ce la mettiamo in tasca, distruggiamo il nostro cuore, la nostra personalita’, la nostra patria. Per favore non prendete gusto a questo zucchero che si chiama corruzione”.
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