Papa Francesco, nel Giovedi’ Santo in cui ha lavato i piedi ai profughi del Cara di Castelnuovo di Porto, subito dopo la messa crismale della mattina in San Pietro ha incontrato a pranzo dieci parroci della "sua" diocesi, in un incontro informale e senza filtri a casa di mons. Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, diventato ormai una piccola tradizione del papato di Bergoglio. "Attenti a quelli piu’ silenziosi perche’ magari si vergognano di bussare alle porte e chiedere aiuto. Andate a scovarli. Non c’e’ solo la poverta’ materiale ma anche la poverta’ umana" che colpisce tanti che nelle periferie delle grandi citta’ finiscono relegati nella solitudine e vittime dell’abbandono sociale, ha detto il Santo Padre.
Papa Francesco ore prima aveva spiegato la lavanda dei piedi che stava per compiere nel CARA di Castelnuovo di Porto: “Tutti noi, insieme, musulmani, indi, cattolici, copti, evangelici, fratelli, figli dello stesso Dio, che vogliamo vivere in pace, integrati: un gesto. Tre giorni fa un gesto di guerra, di distruzione, in una citta’ dell’Europa, da gente che non vuole vivere in pace; ma dietro quel gesto ci sono i fabbricatori, i trafficanti delle armi che vogliono il sangue non la pace, la guerra, non la fratellanza".
"Due gesti, – ha riflettuto – Gesu’ lava i piedi e Giuda vende Gesu’ per denaro, noi tutti insieme diverse religioni, di diverse culture ma figli dello stesso padre, fratelli, e quelli che comprano le armi per distruggere".
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