‘Il Papa non fomentera’ certo una guerra a Cuba, ma sono sicuro che con Raul Castro in privato parlera’ della necessita’ di migliorare il sistema politico cubano’. E’ l’opinione di Osvaldo Ricardo Diaz Sanchez, l’unico dissidente cubano ufficialmente in Italia, che sostiene l’occupazione di una chiesa nel centro dell’Avana da parte di tredici oppositori del regime comunista, in corso da due giorni.
In vista della visita del Papa a Cuba a fine mese, il gruppo chiede la liberazione dei prigionieri politici e riforme. ‘Non ho avuto contatti con loro, da dieci giorni non parlo con Cuba – dice Diaz Sanchez, che vive a Roma in una residenza del Centro Astalli dei gesuiti per i rifugiati politici -. So che tra loro c’e’ una rappresentante delle Damas en Blanco (movimento femminile che ogni settimana manifesta all’Avana per i prigionieri politici, ndr). Devono tenere duro, restare li’ dentro, rispettando pero’ la chiesa e senza scioperi della fame. Credo che Benedetto XVI debba dare un ‘voto di fiducia’ alla dissidenza, pur senza appoggiarla apertamente’. Secondo il dissidente, ‘il tema della liberazione dei prigionieri politici e’ secondario rispetto alle riforme democratiche e soprattutto a misure a sostegno del tenore di vita della popolazione, che e’ ormai quasi alla fame’.
Diaz Sanchez, 55 anni, ex dirigente del Fronte democratico indipendente, ha passato sei anni nelle carceri cubane per ‘pericolosita’ sociale’. E’ stato anche nel Movimento per l’Integrazione Razziale assieme a Guillermo Farinas, uno dei dissidenti piu’ noti e coraggiosi. Nell’ottobre 2010 Diaz Sanchez e’ arrivato in Italia grazie a un accordo tra i due governi e l’intervento della Chiesa cattolica. ‘Il governo italiano prima e’ stato fantastico con me, poi mi ha abbandonato’, si lamenta. Cattolico praticante, non si scompone per la reazione dell’episcopato cubano, che ha criticato l’occupazione della chiesa dell’Avana. ‘La Chiesa cubana non deve dimenticare che nel 1963 Fidel Castro deporto’ in Spagna tantissimi sacerdoti perche’ davano rifugio agli oppositori – ricorda -. Sono passati 14 anni dall’ultima visita di un Papa a Cuba, Giovanni Paolo II nel ’98. Il momento e’ propizio. Fidel Castro e’ quasi morto e bisogna aprire una finestra di buona volonta’ con suo fratello Raul. Un altro vero successore al momento non c’è’.
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