Paolo Diop, responsabile immigrazione di Fratelli d’Italia, di origine senegalese, parlando a Radio Cusano Campus ha detto: “Con Giorgia Meloni ci siamo trovati subito perché alla fine i nostri ideali sono gli stessi. Francesco Storace ha fatto da tramite e una volta che ci siamo incontrati abbiamo capito che potevamo lavorare bene insieme”.
“L’acquisto migliore del Black Friday l’ha fatto Giorgia Meloni, mettiamola così. Mi dovrò occupare di tutto quello che riguarda le problematiche dell’immigrazione: come vengono gestiti i soldi dell’accoglienza e come integrare quelle persone che sono sul territorio italiano e si sentono ghettizzati. Devono integrarsi, nel rispetto della cultura identitaria italiana. FDI vuole che le espulsioni siano immediate, non possiamo più accettare che accadano altri casi come quelli di Desireè. A una persona che non può sostentarsi, non ha un lavoro, bisogna togliere il permesso e bisogna rimpatriarlo perché altrimenti diventa manodopera per la criminalità organizzata”.
“Giorgia Meloni è stata coraggiosa e innovativa. E’ vero che la Lega ha Tony Iwobi, però nella destra nazionalista non era mai successo che venisse nominato un nero come responsabile dell’immigrazione. Questo è un messaggio forte e naturalmente non tutti a destra possono apprezzarlo, ma starà a me farmi apprezzare e amare, un po’ come devono fare gli immigrati che arrivano in Italia. Inevitabilmente saremo sempre più multietnici, ma non dobbiamo inciampare nell’errore che hanno commesso gli altri Paesi europei, che non sono rimasti fedeli alla propria identità e alla propria cultura. Ognuno deve mantenere le proprie origini, ma deve rispettare e far sua la cultura del Paese che lo ospita”.
Riguardo il sequestro in Kenya della volontaria Silvia Romano. “Esprimo piena solidarietà alla famiglia di Silvia. Le persone fanno delle scelte, lei aveva scelto di andare in Africa ad aiutare e questo le fa onore. Sono contrario a chi dice: poteva starsene a casa sua. Ha fatto bene a farlo se era quello che voleva. Spero che venga liberata e torni presto a casa. Sul fatto di aiutiamoli a casa loro, quello non è l’aiuto che io penso. Bisogna aiutarli a renderli autonomi, bisogna liberarli dalle multinazionali europee e cinesi che sfruttano il territorio africano. Cambierei lo slogan, da ‘aiutiamoli a casa loro’ a ‘lasciamoli in pace a casa loro’”.