Il problema dei padri separati è spinoso e complesso. Un mio amico che vive questa condizione ha realizzato su Facebook la pagina “Il Bambolotto Separato“, una pagina dedicata a questo problema.
Nelle separazioni di coniugi e conviventi meno dell’1% di tali casi vede i figli affidati al padre. Nel 99% dei casi i padri vedono i figli solo due o tre volte alla settimana.
Ovviamente, non si tratta di casi di genitori violenti. Si tratta di casi di padri normali che lavorano e cercano di sopravvivere. Inoltre, deve essere detto che la violenza non è certo monopolio del genere maschile. Non si parla tanto dei casi di violenza in cui le protagoniste sono le donne. Non è una questione di genere. Una persona violenta deve essere sanzionata.
Eppure, i padri sono spesso discriminati dalla legge italiana, sono coloro che lasciano la casa coniugale al momento della separazione e sono costretti a trovarsi un altro alloggio. Devono versare gli alimenti per i figli e per l’ex-moglie, se quest’ultima è più debole economicamente. Questo porta molti padri ad affrontare spese importanti e a rischiare di vivere nell’indigenza.
Oltre a questo, i padri in queste condizioni non vedono i figli. Si parla tanto di “affido condiviso” ma tutto ciò di fatto non si fa. La figura del padre è discriminata. I fatti lo dimostrano. La politica dovrebbe occuparsene. Un matrimonio può finire, ma non si finisce mai di essere padre e madre.