Continua il brutto periodo per Alfonso Papa, deputato PdL in carcere da giorni – accusato di concussione, favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio -, Luigi Bisignani – agli arresti domiciliari per favoreggiamento, uomo molto vicino a Tremonti – e Enrico La Monica, carabiniera che risulta latitante in Senegal.
Si parla di P4, naturalmente. Il Tribunale del riesame di Napoli ha riconosciuto per i tre uomini, principali indagati, la contestazione del reato di associazione a delinquere. Il Tribunale ha inoltre riconosciuto a vario titolo anche la contestazione dei reati di concussione e ricettazione.
In sostenza, quindi, riconosce l’impianto accusatorio dei pm e conferma il carcere per il deputato del Pdl. Nei giorni scorsi la Camera aveva già votato sul caso Papa. Potrebbe essere necessario tornare a farlo, se andrà male il ricorso in Cassazione. Infatti, proprio perchè può essere soggetta a ricorso in Cassazione, la nuova ordinanza non è immediatamente esecutiva.
Per il Riesame è evidente "l’impegno reciproco a commettere reati", visto "il continuo scambio di informazioni" fra Papa, Bisignani e La Monica. Il procuratore capo di Napoli, Giandomenico Lepore, è soddisfatto: "Vuol dire che i colleghi Greco, Curcio e Woodcock hanno lavorato bene", ha commentato. "Il Tribunale ha confermato in pieno – salvo piccole contestazioni – il nostro impianto accusatorio". Qual era questo impianto accusatorio? In sintesi, Bisignani, Papa e La Monica "promuovevano, costituivano e prendevano parte (unitamente ad altri soggetti appartenenti alle forze di polizia in corso di identificazione) ad un’associazione per delinquere, organizzata e mantenuta" al fine di commettere reati contro la Pubblica amministrazione.
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