Sara’ necessario oltre un mese di tempo, tra fine giugno e inizio luglio, per sapere se tra le ossa trovate in circa 200 cassette nel sotterraneo della Basilica di Sant’Apollinare, dove e’ stato seppellito Enrico De Pedis, ci sono anche quelle di Emanuela Orlandi, la figlia di un dipendente del Vaticano scomparsa 29 anni fa. Polizia scientifica e archeologici forensi stanno analizzando i resti portati alla luce ieri. I lavori si tengono nel tendone installato nel cortile dell’edificio che ospita la pontificia universita’ Santa Croce, adiacente la basilica, e adibito a laboratorio.
‘Si tratta di reperti risalenti all’epoca pre-napoleonica – ha dichiarato il capo della squadra mobile Vittorio Rizzi – e’ un lavoro piuttosto lungo che durera’ ancora un paio di giorni’.
In particolare, saranno completati i lavori di separazione delle ossa antiche da quelle piu’ recenti. Gli esperti cercheranno poi, tra quest’ultime, di selezionare quelle di sesso femminile e, possibilmente, compatibili con la struttura di una quindicenne. La fase successiva sara’ il prelevamento del Dna e la comparazione con il codice genetico di Emanuela Orlandi.
Tra la fine di giugno e l’inizio di luglio dovrebbero essere noti i risultati.
Contemporaneamente la polizia scientifica e gli esperti del Labanof stanno svolgendo attivita’ di campionatura su una parete della cripta per verificare a che epoca risale e se il muro costituisca un’intercapedine alle spalle della quale possano esserci altre nicchie. ‘Nel 2005 – ha spiegato Rizzi – c’e’ stata una ristrutturazione dell’intera basilica, sicuramente e’ cambiato tutto rispetto allo stato dei luoghi. Noi lavoriamo su quello che troviamo oggi dopo anni di ristrutturazione’.
Oggi Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ha detto di non credere che i resti della sorella siano nei sotterranei della basilica. ‘Quello di ieri – ha dichiarato – e’ un passo importante, almeno per togliere ogni dubbio. Era doveroso fare un’ispezione per mettere un punto a questa ipotesi. Non ho mai creduto che Emanuela potesse trovarsi nella basilica e non lo credo tutt’ora’.
L’apertura della tomba di De Pedis e l’esame delle ossa costituiscono due degli ultimi atti dell’inchiesta sulla sparizione di Emanuela Orlandi. Il Giallo della scomparsa della ragazza diventera’ ora anche un tv movie. Il regista Roberto Faenza e il produttore Pietro Valsecchi hanno infatti annunciato la realizzazione di un film in due puntate sul caso, prodotto dalla Taodue.
Gli accertamenti, e quindi l’inchiesta, dovrebbero concludersi entro l’inizio dell’autunno, indipendentemente dal risultato degli esami cominciati ieri. Cinque gli indagati con l’accusa di omicidio: tra loro Sergio Virtu’, Angelo Cassani, detto ‘Ciletto’, Gianfranco Cerboni, detto ‘Gigetto’, tutti in un qualche modo legati all’holding del crimine attiva a Roma negli anni settanta/ottanta, e Sabrina Minardi, la supertestimone che ha ricollegato la sparizione della ragazza alla Banda della Magliana. Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo ed il sostituto Simona Maisto hanno in programma ancora un paio di atti istruttori, poi decideranno se gli elementi in loro possesso siano tali da chiedere il rinvio a giudizio degli indagati o l’archiviazione delle loro posizioni.
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