L’apertura ufficiale, con inaugurazione, del nuovo Canale di Panama è prevista per il 26 giugno. I biglietti per partecipare a quello che sarà un vero e proprio evento, e non solo per lo stato centroamericano, sono già andati tutti esauriti. E nell’attesa, anche frenetica, per arrivare a domenica 26 giugno, è l’orgoglio italiano che rappresenta questa opera di ingegneria, la più grande al mondo, che è stata portata a compimento dalla Salini Impregilo, una azienda tutta tricolore.
E anche se c’è una causa in corso, al tribunale americano di Miami, per una cifra di 2.000 milioni di dollari tra il consorzio costruttore e la Autoridad del Canal de Panama, adesso è solo il nuovo ingrandito canale ad essere sotto la luce dei riflettori, per il resto ci sarà tempo più avanti.
"Di italiano c’è molto in questo lavoro – ha sottolineato Michele Iglesia, direttore del progetto – e deve durare almeno 100 anni, come stabilisce il contratto". Strutture create in Italia e che poi sono state trasportate via mare fino a Panama, ma anche il software di controllo del canale ha l’orgoglio del made in Italy. Un enorme lavoro per il Canale, con la C maiuscola, visto anche il tipo di impegno che è stato necessario per portarlo a termine.
E se finora un ‘pre-arbitraggio’ ha riconosciuto 230 dei 460 milioni di dollari richiesti, l’aspetto giudiziario-economico non ha fermato la conclusione dell’opera che ora si appresta a essere inaugurata e l’importanza di ciò che è stato fatto si spiega anche solo con un dato: da quando il nuovo canale verrà aperto, potranno passare navi con una capacità di carico quasi quattro volte superiore rispetto a prima.
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