Immaginavo e prevedevo che il ministro Tremonti semplificasse il fisco, che lo rendesse anche più razionale e moderno, ma sbagliavo e sono rimasto deluso, profondamente deluso. Uno dei tanti elementi che non mi rendono orgoglioso di vivere in Italia è il “funzionamento” del redditometro. Non parliamo degli Studi di Settore (quelli sono stati ideati da menti incomprese e incomprensibili). Dopo che un mio conoscente ha subito un controllo con relativo verbale solo per trovarsi a bordo di un’auto di lusso, mi sono posto lo stesso problema.
Cosa mai intenderanno per lusso? Io recentemente mi sono tolto uno di quei capricci di gioventù acquistando una vecchia macchina americana. Si sa, sono vetture con grosse cilindrate, così ho chiesto al commercialista di farmi una sorta di proiezione inserendo i cavalli fiscali. Per mantenere quell’auto, secondo gli ideatori del redditometro, dovrei guadagnare circa cinquantamila euro netti all’anno. Balle. Contesto totalmente l’assenza di logica utilizzata dal fisco e quindi dal governo italiano. Io con la macchina americana faccio un breve giretto la domenica, il che sarebbe possibile anche per un anziano che percepisce la pensione minima. Il costo di acquisto equivale a quello di un’utilitaria media. Quindi con quale diritto il mio governo con il suo abuso di potere mi vuol far credere che ciò non è possibile. Perché non mi dimostrano con carta e penna le loro formule magiche? Conclusione: vendo l’auto americana per non avere grane con uno Stato incompetente e arrogante, uno Stato che impedisce a mia nonna di regalarmi una Porsche usata e usurata o ad un anziano di acquistare una Bentley degli anni 80 (che vale meno di una smart). In Italia bisogna dimostrare tutto, tranne alcune cosette, come le case di Montecarlo o gli appartamenti affacciati sul Colosseo…
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