Dai vari quotidiani e da quasi tutte le televisioni ho appreso che molta gente, pur non essendo tifosa accanita, ha redarguito Gigi Buffon per aver insinuato che se glielo avessero chiesto, egli avrebbe negato, comunque, di aver visto quel dannato pallone entrare nella propria rete. Il fatto che sia l’arbitro che il guardialinee non si siano accorti dell’indiscutibile goal, egli ha detto, non comporta automaticamente che il portiere sia tenuto ad auto confessarsi. E va oltre: “Anche se me lo avessero chiesto ed anche se lo avessi constatato visivamente, il goal (cosa di cui, questa volta, non si è accorto, ndr), francamente, non lo avrei ammesso!”.
Il suo teorema è semplice, schietto ed indiscutibilmente onesto: "e se un domani mi trovassi in una finale del mondo e l’arbitro mi chiedesse di ammettere di aver visto la palla nella mia rete, cosa farei? Dovrei agire nella stessa maniera di sempre! E francamente in quell’occasione non me la sentirei di far perdere una Nazione per una svista arbitrale!". Non c’è che dire: ha perfettamente ragione. Un conto sono le finte cadute, le cattiverie contro altri giocatori, le pantomime indecorose di finti malori, le acrobazie in area di rigore, i falli di ritorsione, le parolacce all’arbitro… Tutte azioni che per me dovrebbero essere punite con l’espulsione – anche perché i giovani imitano più facilmente le brutte cose -, ed un conto è la facoltà di non rispondere che in giurisprudenza è garantita qualora la risposta possa danneggiare l’interessato. D’altronde l’arbitro è il responsabile del giudizio del gioco e si deve avvalere solo dei propri assistenti. Perchè, domando, nel Tennis ci sono sei-otto giudici di linea, uno centrale ed ora ci si avvale dei sistemi elettronici per controllare se una palla è dentro o fuori del campo? Semplice la risposta: i giornalisti non avrebbero più motivo di poter litigare il giorno dopo!
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