Il Veneto non si era mai trovato cosi’ a ‘sinistra’ sullo scacchiere politico. Le urne delle Europee riescono nel prodigio per il Pd: gli fanno conquistare la regione piu’ di centrodestra del Paese. Il partito di Matteo Renzi, scelto stavolta anche dal ceto medio, arriva al 37,5% e compie uno storico sorpasso sugli avversari di Forza Italia (14,7%) e Lega (15,2%), che insieme non superano il 30%.
Mai qui gli eredi di Botteghe Oscure erano stati il primo partito. Il merito – ammettono tutti – e’ in dell’effetto Renzi, cioe’ dei primi mesi di Governo del segretario piu’ post-comunista che il Pd abbia avuto. L’espansione dell”onda’ renziana argina un altro recente tsunami, quello del Movimento 5 Stelle, che arretra dopo il boom delle politiche 2013, fermandosi al 19,9%. Grillo aveva battuto scientificamente la regione, prima con il suo ‘Te la do io l’Europa’ tour, poi con i comizi finali di campagna elettorale. Non e’ bastato. I pentastellati non devono averla presa bene: telefoni spenti e niente comunicazione, anche per chi ce l’ha fatta a staccare il biglietto per Strasburgo, come il leader trevigiano David Borrelli.
La Lega Nord, partito di maggioranza in Veneto, ferma l’emorragia di voti delle politiche (aveva preso il 10,5%), ma compie un balzo indietro rispetto alle Europee di 5 anni fa (28,3%). Forza Italia fa il peggior risultato di sempre, e non va meglio al Nuovo centrodestra di Alfano, che in questa regione non avrebbe raggiunto il quorum, fermo al 3,5%; Fratelli d’Italia totalizza un modesto 3,3%, Tsipras non va oltre il 2,7%, e Scelta Europea si blocca sotto l’1%.
Con il successo, le urne europee decretano per il Pd anche nuove promozioni sul campo: come quella della capolista nel Nordest Alessandra Moretti, che ha portato a casa oltre 200mila preferenze. "Mi sento una grande responsabilita’ addosso – ha detto – Questa gratificazione mi dara’ la forza per non deludere gli elettori del Nordest". Infatti i Democrats progettano gia’ il gran colpo nel 2015, la conquista per la prima volta della Regione Veneto. Questo perche’ il voto – secondo gli analisti – e’ cambiato anche strutturalmente.
Non erano stati un caso, evidentemente, gli endorsement di imprenditori influenti come Luciano Benetton, che a febbraio aveva parlato di Matteo Renzi come "ultimo treno per il Paese", o del presidente degli industriali, Roberto Zuccato, che pochi giorni fa si riferiva al premier come "l’ultima spiaggia", manifestando delusione per le politiche di Pdl e Lega. Un feeling quello con Renzi forse iniziato subito dopo l’insediamento del nuovo Governo, quando il premier aveva scelto Treviso per la prima uscita pubblica.
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