L’Europa non deve arretrare sui diritti degli omosessuali. Il monito e’ del segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjorn Jagland, che alla vigilia della giornata internazionale contro l’omofobia lancia l’allarme su come ancora oggi milioni di persone lesbiche, gay, bisessuali e trasgender continuino a essere vittime di discriminazioni e pregiudizi in tutti gli Stati membri dell’organizzazione paneuropea.
Un appello che segue un altro allarme lanciato pochi mesi or sono dal commissario per i diritti dell’uomo, Thomas Hammarberg, in occasione della pubblicazione del primo studio comparato della situazione degli Lgbt nei 47 Stati del Consiglio d’Europa.
Un documento in cui e’ stato sottolineato che "l’odio contro gli Lgbt negli ultimi anni e’ aumentato in molti paesi" tra cui l’Italia, dove per ben due volte il Parlamento ha rigettato una proposta di legge per fare anche dell’odio omofobico e trasfobico un’aggravante per certi delitti.
Ma la qualita’ di vita degli Lgbt italiani potrebbe migliorare nel prossimo futuro. Il governo ha infatti deciso di aderire, assieme a Montenegro, Albania, Polonia, Serbia e Lettonia, a un progetto del Consiglio d’Europa che ha come scopo quello di sviluppare un piano nazionale che prevede tra l’altro eventuali riforme legislative, oltre a campagne di sensibilizzazione e corsi specifici per i pubblici dipendenti.
Negli anni, l’organizzazione paneuropea ha sviluppato una linea precisa sui diritti che ogni Stato deve garantire agli Lgbt. Tra questi non c’e’ il diritto a sposarsi. Con una sentenza della Corte di Strasburgo e’ stato infatti sancito che gli Stati non sono in alcun modo obbligati a garantire l’accesso al matrimonio a coppie dello stesso sesso, e che non facendolo non violano nessun diritto garantito nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Tuttavia il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa in una raccomandazione invita i paesi membri che riconoscono le unioni di fatto o simili di aprire questa possibilita’ anche alle coppie dello stesso sesso. Nella stessa raccomandazione, che costituisce il testo base su cui e’ fondato il progetto condotto in Italia, viene chiesto agli Stati membri di non vietare a un genitore Lgbt di avere la custodia dei figli solo a causa delle scelte sessuali fatte. Il testo infine delinea tutte le misure che devono essere introdotte per garantire la non discriminazione degli Lgbt nel mondo del lavoro, della scuola, nell’accesso alla salute.
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