Secondo uno studio targato Coldiretti, presentato all’inaugurazione del Cibus di Parma, il valore del falso made in Italy nel mondo sale a oltre 100 miliardi. Negli ultimi 10 anni è cresciuto del 70%, si tratta di un aumento record.
C’è tanta “fame” di Italia all’estero, il mondo ama la cucina italiana, impazzisce per l’enogastronomia made in Italy. Imprenditori senza scrupoli lo sanno molto bene e lucrano sull’ingenuità della gente, che pensa di comprare una eccellenza italiana ma sta solo acquistando made in Italy rubato.
Il cosiddetto “Italian sounding” fattura ogni anno oltre il doppio del vero made in Italy e colpisce in misura diversa tutti i prodotti, dai salumi alle conserve, dal vino ai formaggi ma anche extravergine, sughi o pasta e riguarda tutti i continenti.
Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti, dichiara: “E’ inaccettabile che il settore agroalimentare sia trattato dall’Unione Europea come merce di scambio negli accordi internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale”. “All’estero – prosegue -, sono falsi più di due prodotti alimentari di tipo italiano su tre e le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero più che triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale, con l’Italia che ha raggiunto nel 2017 il record dell’export agroalimentare con un valore di 41,03 miliardi”.