Chef Ruffi, l’anti-chef che spopola sui social-network “riproducendo” a modo suo le ricette della cucina italiana, ha mostrato un modo col quale fare del finto olio d’oliva.
Gli è bastato prendere dell’olio di semi e ad esso ha aggiunto la clorofilla.
Purtroppo, la contraffazione dell’olio d’oliva è un problema serio. Una maxi inchiesta ha smascherato ben cinquanta ristoranti di Roma. Sono stati fatti dei maxi-sequestri tra Italia e Spagna di partite di olio contraffatto.
L’Italia è un Paese produttore di olio di oliva, ricco di varietà di olive. Penso alle varietà note come il frantoio, il moraiolo e il leccino. Regioni come la Liguria, la Toscana, l’Umbria e la Sicilia producono molta ricchezza nella produzione dell’olio.
I nostri produttori di olio sono in difficoltà, per problemi come le politiche europee. Sono sempre di più gli uliveti che vengono abbandonati.
Il settore dell’olio è importante per noi. La nostra stessa gastronomia dà spazio all’olio d’oliva. Penso a piatti molto semplici, come gli spaghetti aglio, olio e peperoncino o gli spaghetti alla Gennaro. Anche una pizza alla Margherita con sopra un giro d’olio d’oliva buono è una cosa spettacolare.
La crisi del settore oleario è per noi devastante. Un settore di produzione dell’olio in crisi mette in crisi le famiglie di coloro che in esso operano e non solo. La contraffazione altro non potrà fare che aggravare la crisi. Dunque, serviranno misure severe contro questa pratica.