La sessuologa Rosamaria Spina è intervenuta nel corso del programma “Geni di famiglia” condotto da Andrea Lupoli e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, riguardo il tema della compatibilità del sesso con gli sport olimpici invernali.
“Pensare che il sesso faccia stancare l’atleta è qualcosa che non si può generalizzare a tutti – dice la sessuologa Spina – il tema centrale è quello che riguarda ‘la curva di attivazione’ che ogni persona ha, atleti inclusi. Ognuno di noi risponde agli stimoli in modo differente, c’è chi necessita di un livello di attivazione più elevato per rispondere bene a qualunque stimolo e chi al contrario per farlo necessita di un livello più basso.
L’attivazione riguarda una condizione mentale o fisica, chi necessita per esempio di un livello di attivazione più elevato, ossia ha bisogno di sentire di più la tensione per rispondere bene ad uno stimolo, dovrà evitare tutto ciò che abbassa questo livello di tensione, sesso incluso. Nell’altro caso invece, abbassare questo livello, anche con il sesso, migliora la prestazione sportiva”.
“L’attività sessuale rappresenta uno stato di tensione che può aiutare appunto l’atleta. L’attività sessuale crea una emotività che può essere favorevole per la performance”.
“Nei giochi di squadra, se si è anche una coppia nella vita, c’è il rischio che si portino sul campo le difficoltà nella vita di tutti i giorni. Se non si è bravi a lasciare le criticità ‘a casa’ il rischio è che poi incidano in gara. Essere una coppia anche nella vita rischia di essere molto controproducente”.