Sono sempre più numerosi i giovani italiani che lasciano lo Stivale per trasferirsi all’estero, alla ricerca di nuove opportunità o migliori condizioni lavorative.
Secondo un’indagine del Corriere della Sera, il numero dei giovani italiani all’estero – e degli italiani nel mondo in generale – sarebbe assai maggiore rispetto a quanto riportato nei dati ufficiali. Ma questo, noi che viviamo all’estero e che ci occupiamo tutti i giorni di emigrazione, lo sapevamo già: sono moltissimi, infatti, gli italiani che scelgono di andare a vivere oltre confine ma che non si iscrivono all’AIRE, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, sfuggendo così alle stime ufficiali.
L’Italia dovrebbe certamente sforzarsi di più per fare in modo di mantenere i propri figli a casa; sono ragazze e ragazzi su cui Stato e famiglie hanno investito, giovani che hanno studiato e si sono formati nel Belpaese. E’ davvero un peccato lasciarli andare: con le loro conoscenze e la loro preparazione contribuiranno allo sviluppo di altre Nazioni, non della nostra.
C’è tuttavia l’altra faccia della medaglia, di cui si parla poco. Questi giovani che abbandonano la Penisola diventano veri e propri promotori d’italianità nel mondo.
Parleranno italiano oltre confine, diffondendo la nostra lingua e la nostra cultura; porteranno in tavola prodotti made in Italy, alimentando così l’export italiano; nella maggioranza dei casi probabilmente vestiranno capi d’abbigliamento italiani, promuovendo così la moda tricolore. Insomma, ciascuno di loro comprerà, mangerà, vivrà italiano.
Dobbiamo essere intelligenti e lungimiranti; se vogliamo che l’Italia conquisti posizioni a livello mondiale, dobbiamo essere capaci di investire sugli italiani nel mondo, in particolare su quei giovani che lasciano il nostro Paese – il 30% di loro con una laurea in tasca – e che, dovunque vadano, si porteranno l’Italia nel cuore.
Come Movimento Associativo Italiani all’Estero stiamo rafforzando ulteriormente la nostra rete di assistenza ai connazionali, per dare supporto di ogni tipo non solo a chi già vive oltre confine, ma anche a tutti coloro che hanno scelto di ricominciare una nuova vita all’estero. Continuiamo a lavorare affinché il MAIE diventi un punto di riferimento sempre più conosciuto e considerato per gli italiani di tutto il mondo.
*vicepresidente MAIE