Nicola Occhipinti ha assunto il 15 aprile scorso le funzioni di Console Generale a La Plata, in assegnazione breve fino al 15 giugno. Già, una missione di un paio di mesi, in attesa che il prossimo Console Generale, ora in malattia, possa occupare il proprio posto.
Nel suo primo giorno di lavoro ha pubblicato su Facebook una foto che lo ritrae seduto alla propria scrivania, sorridente. Guarda dritto in camera, Nicola. Dietro di lui, la bandiera italiana.
Lo scatto in poche ore raccoglie centinaia di mi piace, tantissimi i commenti, gli auguri di buon lavoro, le dimostrazioni d’affetto nei confronti del diplomatico, che per un periodo è anche stato capo segreteria del Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo.
Italiachiamaitalia.it ha raggiunto telefonicamente Occhipinti per parlare con lui proprio di social network e comunicazione nel terzo millennio.
Console, la sua foto alla scrivania del suo studio in Ambasciata è diventata praticamente virale…
Tutto è relativo. 888 “mi piace” – il numero continua a crescere – sono pochissimi se paragonati a quelli dei personaggi pubblici. Noi non siamo personaggi pubblici, è vero. Ma la Farnesina ha un bisogno vitale di comunicare, di spiegare al mondo cosa fa e di illustrare almeno una parte delle numerosissime e svariate attività svolte dai suoi dipendenti in servizio a Roma e all’estero.N
Ci sta dunque dicendo che il ministero degli Esteri non sa comunicare?
La nostra attuale comunicazione raggiunge una quantità insufficiente di utenti, di istituzioni di stakeholders. Quindi nessuno sa cosa e quanto facciamo. Nessuno sa (o pochissimi sanno) quanto la Farnesina (con il lavoro quotidiano e spesso invisibile dei suoi dipendenti) contribuisca alla crescita della nostra economia, in termini di sostegno alla internazionalizzazione delle imprese, di promozione della lingua e della cultura italiane, del turismo anche “di ritorno”, di difesa delle nostre istanze (energia, sicurezza, infrastrutture, finanza, ecc.) nei principali fori internazionali (UE, ONU, NATO, ecc.), dove quasi tutto viene deciso.
Secondo lei cosa bisognerebbe fare per migliorare?
Basterebbe poco per migliorare questa situazione. Sarebbe sufficiente che ogni Ambasciata, Consolato e Istituto di Cultura investisse poche decine di euro al mese nei social network per centuplicare in un anno il numero di utenti raggiunti e connessi, di seguitori permanenti (follower). In tal modo aumenteremmo la consapevolezza generale su di un dato di fatto poco noto: ogni milione destinato alla Farnesina ne genera 20 in termini di indotto per il Sistema Paese, come confermato da autorevoli studi scientifici, da ultimo il CGIA di Mestre.
Dunque?
L’obiettivo è far capire a MEF e Funzione pubblica che assumere più risorse umane presso il MAECI CONVIENE al Paese perché il costo dei nuovi assunti viene tradotto in profitto netto, in cospicue entrate nette nelle casse dello stesso MEF. Quindi comunicare meglio serve anche a questo: a promuovere l’interesse nazionale.