Riformare il mercato immobiliare perche’ tornare ”al sistema della bolla destinata a scoppiare che ha causato la crisi finanziaria e’ inaccettabile”. Il presidente americano Barack Obama interviene nel dibattito in corso sulla riforma del sistema di finanziamento e garanzie dei mutui e presenta la sua ricetta: meno coinvolgimento pubblico e piu’ capitali privati. Ma soprattutto ”mettere fine all’era di salvataggi per Fannie Mae e Freddie Mac”, i due colossi del credito ipotecario nazionalizzati durante la crisi. ”L’attuale sistema di finanziamento del mercato immobiliare, dove il governo garantisce piu’ dell’80% dei mutui con Fannie Mae e Freddie Mac, e’ insostenibile” affermano dall’amministrazione.
Obama sceglie per delineare il proprio piano Phoenix, Arizona, una della citta’ piu’ duramente colpite dal crollo del mercato immobiliare del 2008. L’Arizona, insieme a California, Nevada e Florida, e’ stato uno degli stati americani piu’ colpiti dallo scoppio della bolla, accusando un crollo dei prezzi delle case del 50% rispetto al picco del 2007. Ora e’ in ripresa ma la strada e’ ancora lunga: i prezzi delle case a Phoenix in maggio sono saliti del 20,6% rispetto all’anno precedente, a fronte del +12,2% registrato a livello nazionale. ”I prezzi delle case sono in aumento, i pignoramenti sono scesi ai minimi dal 2006, le vendite di case crescono a due cifre e le famiglie americane sono in corsa per acquistare quest’anno 5 milioni di abitazioni. Ma il lavoro non e’ ancora finito, la sicurezza della casa e’ una delle priorita’ del presidente” afferma la Casa Bianca. E il mercato immobiliare in forte aumento sta aiutando la ripresa economica americana: il pil cresce piu’ del previsto e una spinta arrivera’ anche dagli scambi commerciali. Il deficit commerciale americano e’ infatti sceso in maggio ai minimi dal 2009, con le importazioni in calo e le esportazioni in aumento.
Da Phoenix Obama chiede di limitare il ruolo del governo, continuando sulla strada di una chiusura del 15% l’anno delle attivita’ di Fannie mae e Freddie Mac che, potenzialmente, andrebbero sostituite da una societa’ di riassicurazione governativa in grado di intervenire solo in casi catastrofici. Un ruolo quindi limitato del governo per lasciare spazio a capitali privati, che vanno incoraggiati, anche per mettere al riparo i contribuenti, sui quali e’ ricaduto il conto del salvataggio di Fannie Mae e Freddie Mac.
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