“Basta con gli abusi, la cittadinanza italiana è una cosa seria”. Lo dichiara Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, presentando il ddl che riforma la cittadinanza ius sanguinis, quella che oltre confine interessa centinaia di migliaia – se non milioni – di discendenti di italiani.
“Vogliamo dare un colpo a chi vuole la cittadinanza italiana per fare affari, o per esempio per fare del turismo sanitario. Basta con gli abusi”, sottolinea il titolare della Farnesina.
“Dalla mezzanotte di oggi, 28 marzo, cambiano le regole”, annuncia Tajani: “Si diventa cittadini italiani se si hanno fino ai nonni cittadini italiani”. Altrimenti, nisba.
Nuove regole, dunque: si ottiene per discendenza SOLO fino a nonni.
Se non fosse abbastanza chiaro, ecco le parole di Tajani: “Il decreto legge cambia concretamente la situazione, perché prevede che gli italo-discendenti nati all’estero saranno cittadini italiani automaticamente – certamente dopo aver dimostrato di esserlo – SOLO per due generazioni. Chi ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia sarà cittadino dalla nascita”.
“La riforma – spiega il ministro – punta soprattutto a tutelare coloro che vogliono essere cittadini italiani, a tutelare i veri cittadini italiani all’estero”.
Nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato la riforma sulla cittadinanza iure sanguinis, il ministro Tajani ha proseguito: “La decisione del governo punta su un decreto legge e due disegni di legge: chi ha almeno un nonno o un genitore italiano sarà cittadino italiano dalla nascita. Con questo decreto sosteniamo anche l’immigrazione di ritorno”.
“Purtroppo nel corso degli anni ci sono stati abusi e richieste di cittadinanza che andavano al di là del vero interesse del nostro Paese. La riforma punta a tutelare coloro che vogliono essere cittadini italiani, i cittadini italiani all’estero, i tantissimi comuni italiani che sono oberati di lavoro per la ricostruzione della cittadinanza e costretti a bloccare il resto dell’attività amministrativa”.
“Rafforzeremo anche l’immigrazione di ritorno, a dimostrazione che non vogliamo punire coloro che si sentono italiani, ma non possiamo incentivare la finta cittadinanza”.
“Ovviamente non si toglie il passaporto a chi lo ha già avuto, sempre che lo abbia ottenuto onestamente, ma non ci saranno sanatorie a favore dei trafficanti di cittadinanze”.
(in aggiornamento)