Hanno piu’ volte detto di volere per se’ se non il presidente almeno un deputato questore, strumento indispensabile per ‘aprire la Camera come una scatoletta di tonno’. Ma i grillini rischiano seriamente di restare a bocca quasi asciutta nell’Ufficio di presidenza di Montecitorio. A meno che il Pd non decida di correre in aiuto del movimento cinque stelle. Giovedí a Montecitorio si elegge il nuovo Ufficio di presidenza, l’organo di direzione della Camera che è composto oltre che dalla presidente Laura Boldrini da quattro vicepresidenti, tre questori (i "padroni di casa" dell’Istituzione parlamentare, per intenderci quelli che curano la redazione dei bilanci, decidono le spese e sovrintendono alla sicurezza) e quattro segretari d’Aula. Numeri alla mano, il Pd e il Pdl possono fare il pieno delle cariche, facendo restare a secco i 5stelle. Il Pd pero’ non vuole che i grillini restino fuori dalla gestione della Camera e sarebbe ben disposto a cedere un questore. Ma i democratici aspettano che dai grillini arrivi una richiesta che, al momento, non e’ ancora giunta: perche’ i cinque stelle sono fermamente intenzionati a escludere sdegnosamente ogni accordo con le altre forze politiche e intendono votarsi i loro candidati senza chiedere aiuto a nessuno.
A questo punto solo un ‘bel gesto’ del Pd potra’ aprire le porte dell’ufficio di presidenza ai rappresentanti del movimento di Grillo: i democratici dovrebbero cioe’ decidere di far confluire una parte dei loro voti sui candidati grillini, senza nessuna contropartita. Se cosi’ non sara’, l’apriscatole grillino rischia di ritrovarsi spuntato. A meno che non si decida di sfruttare la scappatoia offerta dal regolamento di Montecitorio, dove si prevede che tutti i gruppi parlamentari siano rappresentati nell’Ufficio di presidenza. Se la piena rappresentanza di tutti i gruppi non viene raggiunta nella votazione normale, il presidente della Camera indice una elezione suppletiva per assegnare un segretario a ogni gruppo restato fuori. La controindicazione e’ che i componenti ‘extra’ farebbero salire i costi di Montecitorio (uffici, personale, bollette) con buona pace dell’impegno sbandierato da tutte le forze politiche di risparmiare soldi pubblici. Ô forse per questo che, piú che mai in questo caso la presidente Boldrini si impegnerà nel "promuovere le opportune intese tra i gruppi", cosí da arrivare ad un Ufficio di presidenza a 16 membri, senza elezioni suppletive.
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