Paolo Canciani, candidato al Senato con il MAIE nella ripartizione estera Nord e Centro America, con una nota pubblicata su Facebook inizia a togliersi “il primo sassolino dalla scarpa”. E scrive: “Se oggi noi votiamo anche qui, lontano dalle Alpi e dagli Appennini, lo dobbiamo “solo” a lui: Mirko Tremaglia. Il suo desiderio di impegnarsi politicamente per favorire i numerosi italiani che si trovavano all’estero nacque nel lontano 1963. Intenzionato a ritrovare la tomba del padre caduto in Eritrea durante il secondo conflitto mondiale, Tremaglia la ritrovò e si stupì nel constatare che sopra vi erano fiori freschi deposti dagli italiani che erano laggiù”.
“Tremaglia ha lottato per il voto degli italiani all’estero con una tenacia straordinaria e il cammino non è stato affatto semplice, ha dovuto penare tra roveti e pantani burocratici, ma alla fine ha vinto la sua battaglia: dare voce agli italiani all’estero, dare una voce anche a noi. Un sogno che si concretizzò nel 2006 quando entrò in vigore la legge Tremaglia che istituì la circoscrizione estero”.
“Dai fiori sopra una tomba di un uomo caduto per la patria al di là delle scelte politiche, Mirko Tremaglia è diventato un albero imponente dove è cresciuto il Giardino dei diritti degli italiani all`estero, ha creato una nuova geografia dei diritti, che non conosce confini, ma che si fonda sulle proprie origini.
Ricordiamolo: questo voto non ha un valore solo costituzionale ma anche umano – morale e storico straordinario.
Mirko Tremaglia è una stella che brillerà per sempre sulle vite degli italiani oltre i confini del mondo.
Prima di lasciarci ribadì per l’ennesima volta ed a mo’ di monito: “Non fatevi fagocitare dalla politica partitica italiana, non fatevi privare della vostra autonomia, sarebbe la vostra fine”.
Una fine, purtroppo, sancita dalla legge 165 del 3 novembre 2017, – esattamente due mesi e mezzo fa -, che “permette ai RESIDENTI IN ITALIA di candidarsi all’estero, ma non a noi – cittadini evidentemente di seconda classe – che non possiamo candidarci in Italia”.
Ed ecco allora che si sono fatti tanti nomi: dai cantanti Al Bano a Totò Cutugno, da Tony Renis a Roberto Benigni. Alla fine ce l’hanno fatta con Francesca Alderisi, una trevigiana trapiantata a Roma. E’ candidata al Senato, proprio come me, nel gruppo “Berlusconi-Salvini-Meloni”, quello che raggruppa anche i cosiddetti “figli di Tremaglia” che sono certo si starà rivoltando nella tomba dal… ribrezzo! Un tradimento vero e proprio!”.
“A lui, sublime padre, di mille volti raggianti che malgrado le incredibili fatiche sono pieni dei Segni del tempo, ma sono storia e devono restare da esempio per tutti gli italiani; lui che è stato sempre in simbiosi con i suoi Fratelli lontani e ne ha carpito gli umori e i desideri con somma maestria.
In quei fiori freschi che Tremaglia vide sulla tomba del padre nel 1963 in Eritrea splende ancora la grandezza degli italiani che hanno varcato i confini del mondo con i loro piedi alati, e da lì è fiorito anche il loro sublime diritto costituzionale”.
Quella che consente ai non iscritti AIRE di candidarsi all’estero è, secondo Canciani, una legge che rappresenta “il grande tradimento a Mirko Tremaglia, il pater familias dei nostri diritti”. “Una legge oltraggiosa per noi italiani nel mondo, una legge votata da TUTTI eccezion fatta dal MAIE. Anche – e questo fa piangere il cuore – dai deputati di casa nostra come la Fucsia Nissoli e Francesca La Marca che oggi vi chiedono il voto. Per questo – conclude Paolo Canciani – sono orgoglioso di fare parte di un movimento veramente ITALIANO. Come Mirko Tremaglia! Che noi non abbiamo MAI tradito. Noi veri ed unici paladini degli italiani all’estero”.