La Corea del Sud e gli Stati Uniti hanno elevato il sistema di allerta militare di fronte alla minaccia della Corea del Nord che secondo fonti anonime vicine al governo di Seul sarebbe diventata drammaticamente concreta. L’esercito sudcoreane riterrebbe addirittura "alta" la probabilità di un lancio di missili da parte del Nord, tanto che il livello di vigilanza è salito da ‘Watchcon 3’ a ‘Watchcon 2’, che si attiva quando la minaccia si ritiene "importante". Il livello più alto è ‘Watchcon 1’ avviabile solo in tempi di guerra. La scorsa settimana, Pyongyang aveva dichiarato di non poter garantire la sicurezza dei diplomatici presenti sul territorio dopo la data di oggi. Il missile che potrebbe essere lanciato è un Musudan con una gittata di circa 3.500 chilometri, in grado di raggiungere il Giappone. "Stiamo prendendo tutte le misure per proteggere la vita delle persone e garantire la loro sicurezza", ha affermato Shinzo Abe, il premier nipponico.
In un editoriale del quotidiano del partito unico nordcoreano, Rodong Sinmun, il regime minaccia di "distruggere" il Giappone in caso di azione politica contro Pyongyang. "L’intera nazione – continua il Rodong Sinmun – diventerà un campo di battaglia se Tokyo innescherà una guerra". Secondo l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap "ci sono chiari segnali che il Nord potrebbe sparare allo stesso tempo missili Musudan, Scud e Nodong". Ogni momento potrebbe essere buono per il lancio dei missili. Secondo gli esperti, Pyongyang potrebbe sferrare la prima mossa il 15 aprile, in occasione dell’anniversario di nascita del fondatore della dinastia, Kim Il Sung, il nonno dell’attuale dittatore. Il lancio potrebbe coincidere anche con la presenza a Seul, venerdì prossimo, del segretario di Stato americano, John Kerry, e del segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen.
Seul ha individuato nuovi movimenti di veicoli che trasportavano missili Scud e Rodong nella provincia nordcoreana di Hamgyong Meridionale. "Attraverso una stretta collaborazione con Russia e Cina, il governo sudcoreano continua a fare sforzi per persuadere la Corea del Nord a cambiare atteggiamento". Lo ha affermato Yun Byung, il ministro degli esteri sudcoreano, che ha chiesto la mediazione delle due nazioni per cercare di convincere la Corea del Nord a cessare le provocazioni militari. Nella riunione dei ministri degli esteri del G8, iniziata oggi a Londra, Serghiei Lavrov, il ministro degli esteri russo, ha chiesto massima prudenza nel fronteggiare la crisi nordcoreana con "manovre militari", ma ha insistito sulla piena affinità politica tra Usa e Russia. Secondo le autorità doganali cinesi, Pyongyang ha chiuso ai turisti il posto di frontiera di Dandong, tra la Cina e la Corea del Nord. Forte il monito del XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso, in visita a Bolzano: "In Corea del Nord c’è chi ha perso la capacità di ragionare; quello di risolvere i problemi con la violenza è un metodo irrealistico e superato". Secondo l’ambasciatore della Corea del Sud in Italia, Kim Young Seok, "il punto fondamentale è che tutto è sotto controllo. In ogni caso – continua il diplomatico – siamo pronti ad affrontare qualunque situazione, in piena cooperazione con i nostri alleati, a partire dagli Stati Uniti, ma compresa anche l’Italia".
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