Isabella Weiss Di Valbranca è candidata alla Camera dei Deputati con il Pd nella ripartizione estera Nord e Centro America. Laureata in Giurisprudenza, molto impegnata nel sociale, è molto bene inserita all’interno della comunità italiana di San Francisco, Stati Uniti.
Isabella è anche nel Board of Directors di una prestigiosa associazione culturale della Bay Area, in California. ItaliaChiamaItalia l’ha voluta contattare per conoscerla meglio.
Isabella, perché ha scelto di candidarsi?
Se devo essere sincera, quando mi è stato chiesto se avessi voluto candidarmi sono rimasta per molte ore senza sapere cosa fare. Una campagna così breve, in un territorio così vasto, tutta a mie spese, come avrei potuto farcela? Ho sentito un peso enorme sulle mie spalle, ma anche molta responsabilità. Ho sentito che dovevo accettare e andare avanti, e anche se non avrei mai avuto il tempo di viaggiare dal Canada al Centro America, mi sono detta che potevo almeno cercare di fare del mio meglio.
Perché il Pd?
Non sono una persona che cambia spesso idea, almeno non in politica. Con mio padre, che ho perso purtroppo troppo presto, avevamo accese discussioni, lui era di centro destra, io ero sempre più a sinistra di lui. La mia sinistra però non era assolutamente estremista, quella era una sinistra in cui non mi sono mai riconosciuta. Tutto l’ambiente dove sono cresciuta, i miei amici e i loro genitori erano della Democrazia Cristiana o di destra. Io ero la mosca bianca, sentivo che i principi conservatori non mi rispecchiavano, volevo una società più giusta e progressista, meno imbalsamata e meno legata al passato. Il mio primo voto a 18 anni fu per gli ecologisti. Ero iscritta a Greenpeace, al WWF (World Wildlife Fund), alla LAV (Lega anti vivisezione). Sono da sempre stata attenta ai problemi sociali, ho seguito passo passo la Margherita di Rutelli, l’Ulivo di Prodi e poi la nascita del Partito Democratico con Veltroni Segretario Nazionale.
Sempre troppo poche le donne in politica. Quando è iniziato il suo percorso politico?
Quando Walter Veltroni si candidò a Sindaco di Roma, mi piacque subito, era una persona pacata, un amante del cinema come me, un uomo onesto e colto. Una persona pratica, che faceva comizi senza gridare, un uomo pieno di ideali e valori. Decisi quindi di aiutare come volontaria la campagna di Veltroni sindaco, sono stati giorni bellissimi, a contatto con la gente, per cercare di convincere anche chi era scettico, per comunicare ottimismo e una visione di una città dove diffondere bellezza e cultura.
Ho seguito quindi la nascita dell’Ulivo di Prodi, che ha unito diversi partiti a sinistra, e poi la nascita del Partito Democratico, di cui fu primo Segretario lo stesso Veltroni. Il mio percorso è sempre stato molto fluido e diventare la segretaria del Circolo PD di San Francisco è stato il punto di arrivo di un lungo cammino.
Con il circolo ho organizzato eventi come Populismo, Diritti delle Donne, Immigrazione ed Economia, la Festa della Liberazione. Ho difeso le ragioni del Si al Referendum in un dibattito organizzato dal Comites, e sono stata felice di vedere che il Si all’estero ha vinto. Ci si lamenta sempre degli stipendi dei parlamentari, del fatto che siano troppi, ma poi in Italia han votato per mantenere il Senato con tutti i suoi costi.
Cosa propone agli italiani all’estero?
Ho ascoltato tanto in queste settimane. Ascoltare è più importante di parlare, perché quando si parla si ascolta solo noi stessi, mentre a volte bisogna capire prima di parlare, comprendere, prima di dare facili risposte. La responsabilità di essere la portavoce degli italiani in Nord e Centro America è enorme, ma mi sto impegnando e ho redatto un programma (potete leggerlo sul mio sito web personale) su quelli che credo siano i punti che possano interessare noi espatriati, dal riacquisto della cittadinanza per chi l’ha persa prima del 1992, al medico di base, a come si dovrebbe implementare lo scambio culturale fra Italia e America, lo scambio fra studenti e ricercatori.
I programmi in fondo si assomigliano un po’ tutti, ma come scegliere chi si impegnerà davvero a trasformare in realtà i punti più importanti?
Direi che innanzi tutto, non farebbe male scegliere chi ha un po’ di pratica con le leggi, non scordiamo che in Parlamento si fanno leggi, in America un deputato non si chiama “Onorevole” ma “Law Maker”, e questo mi differenzia dagli altri candidati.
SEGUI ITALIACHIAMAITALIA SU FACEBOOK, PER TE CONTENUTI ESCLUSIVI
Come giudica l’operato degli eletti all’estero nella nostra ripartizione nell’ultima legislatura?
Non sono solita giudicare, anche se mi sarebbe piaciuto intraprendere la carriera di Magistrato e Giudice, come mio padre. Non amo parlare degli altri, ma di quello che si sarebbe potuto fare meglio, o avrebbe dovuto essere portato avanti con più insistenza e determinazione, ad esempio una modifica alla legge sulla cittadinanza e i presupposti per il suo riacquisto. Credo che sia errato penalizzare chi ha dovuto rinunciare alla cittadinanza per acquistarne un’altra, imponendogli di trasferire la residenza all’estero, ma che bisognerebbe ad esempio equiparare chi ha rinunciato al passaporto italiano non per sua colpa, a chi ottiene la cittadinanza ius sanguinis e sveltire le procedure del riacquisto.
Dall’altra parte, nel centrodestra, si candida al Senato Francesca Alderisi, ex showgirl di Rai Italia. Alcuni la stanno criticando con forza, perché – dicono – gli italiani nel mondo li ha visti solo in televisione, non ha mai vissuto all’estero e inoltre non è iscritta all’AIRE. Lei che ne pensa?
Non conosco la signora Alderisi, ho visto le sue foto, noto che è molto bella e so che ha lavorato per anni a Sportello Italia e che è quindi un volto già conosciuto per gli italiani all’estero. Mi sembra una scelta strategica interessante, molto berlusconiana, che punta sulla TV e su volti noti. Non so se la signora Alderisi risieda in Italia o all’estero, l’emendamento Lupi sulla legge elettorale, che per me è stato un duro colpo allo stomaco, permette anche di candidare persone residenti in Italia. Il PD ha scelto di non farlo, ma altri partiti han scelto diversamente, nel pieno rispetto, purtroppo, della legalità.
Francesca La Marca e Renato Turano sono di fatto passati inosservati durante gli ultimi anni, entrambi del Pd non hanno saputo fare molto. Perché con Isabella Weiss Di Valbranca alla Camera sarebbe diverso?
Sono certa che ognuno abbia fatto del suo meglio. Per quanto riguarda me, sarebbe forse diverso il modo di approcciare i problemi. Non credo sia un problema di partiti o schieramenti in questo caso. Non bisogna mai scordarsi infatti che l’obiettivo principale è quello di rappresentare gli italiani all’estero che ci hanno eletto, non seguire pedissequamente e acriticamente le linee del partito, se queste si trovano in contrasto con gli interessi di chi ci ha dato in mano la sua fiducia, insieme ai voti.
I governi a guida Pd non sono stati affatto teneri con gli italiani all’estero, tra nuove tasse e forti tagli al Sistema Italia oltre confine. Perché oggi un italiano nel mondo dovrebbe votare Pd?
Messa così, la sua è una narrazione piuttosto impietosa. Ovviamente si può sempre fare di meglio, ma il Pd ha eliminato Imu e Tasi per i pensionati che ricevono la loro pensione all’estero e ha appena approvato il Decreto Omnibus per gli italiani all’estero nell’ultima legge di Bilancio, in cui si stanziano notevoli fondi per Comites, CGIE, Enti Gestori, Contrattisti, Stampa Italiana all’estero, Agenzie di Stampa, Camere di Commercio.
l Pd sta puntando molto più degli altri partiti ad accordi commerciali internazionali, mentre altri partiti, come la Lega, propongono protezionismo e dazi. Punta anche sull’educazione e sulle Università, sulla cultura. Votare Pd darebbe un forte segnale contro il razzismo, la demagogia, il rischio di ingovernabilità che l’Italia corre al momento.