La verifica la fa direttamente il consumatore e… sulla propria pelle. Prima di partire occhio alle stelle alberghiere perche’ ogni anno registriamo, al ritorno dalle vacanze, gli sfoghi dei turisti che sono stati gabbati dai depliant e dalla classificazione degli alberghi, soprattutto nell’Italia del Sud, dove il prezzo pagato non corrisponde ne’ alle strutture ne’ ai servizi resi.
Il motivo e’ semplice: la classificazione e’ fatta da commissioni regionali che, ovviamente, operano con criteri diversi da regione a regione. In Alto Adige i giudizi sono piu’ severi di quelli applicati in Calabria: un tre stelle altoatesino spesso vale un quattro stelle calabro.
Forse sarebbe opportuno abolire la pantomima della classificazione pubblica, che non tutela l’utente, e lasciare che il mercato decida della bonta’ di un albergo, salvo ovviamente il rispetto delle norme di legge relativamente alle parti strutturali. Eviteremo che il consumatore sia preso in giro dall’apparato burocratico e consentiremo alle strutture ricettive di entrare in concorrenza fra loro.
Altra soluzione sarebbe quella di avere una classificazione europea, con norme precise e controlli comunitari: probabilmente il turista sarebbe maggiormente tutelato. In attesa, un giro nei siti internet degli alberghi offre qualche garanzia in più.
Primo Mastrantoni, segretario dell’Aduc
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
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