SOS Venezuela, così anche dalla comunità italiana residente nel Paese sudamericano arrivano numerose sollecitazioni verso Roma. Centinaia, migliaia di email e di messaggi per manifestare rabbia e indignazione.
Antonella Pinto, presidente dei giovani italo-venezuelani, è in viaggio per Caracas, dove parteciperà con un intervento alla mobilitazione convocata da Juan Guaidò, autoproclamato presidente ad interim del Venezuela. Pinto, con altri rappresentanti della comunità italo-venezuelana, ha firmato una lettera inviata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E in piazza leggerà il testo, firmato anche dalla Camera di Commercio e dalla federazione dei circoli italiani, oltre 20 enti disseminati per il paese.
“Io – dice Pinto, che si era candidata alle elezioni del 2018 con il Pd – vivo a Valencia, una città che dovrebbe essere il perno di un distretto industriale. Oggi il 70% delle attività è totalmente fermo, la situazione è drammatica”.
A fremere, spiega raggiunta telefonicamente dall’Adnkronos, non sono soltanto i giovani italo-venezuelani: “Molti ragazzi sono dovuti partire, hanno dovuto lasciare il Paese perché qui tutti viviamo una situazione terribile. Chi studia, ad esempio, ormai non può nemmeno più andare all’università. La sicurezza non è garantita, negli atenei molti professori non insegnano più: sono andati via anche loro”.
Ancor più complessa la situazione per le fasce più anziane della popolazione: “Anche tra gli italiani c’è chi non trova medicine e fatica a procurarsi da mangiare. Dall’Italia sono arrivate medicine, viene garantito sostegno. Ma rimane incomprensibile, per noi, l’assenza di una presa di posizione netta”. “Siamo arrabbiati, non ci spieghiamo per quale motivo il governo italiano non prenda posizione”.
“Abbiamo scritto al presidente chiedendo che l’Italia si allinei alla posizione dell’Unione Europea. Siamo arrabbiati, siamo indignati per la linea del governo”, dice ancora all’Adnkronos. “La maggioranza degli italiani qui vuole assolutamente un cambiamento, non ci spieghiamo per quale motivo il governo non ci appoggi in maniera chiara e netta. Non si può continuare a dire solamente ‘si deve procedere con il dialogo’. C’è un percorso costituzionale per arrivare alle elezioni, lo ha indicato Guaidò. E bisogna agire”, scandisce.