Per chi dice che la matematica e’ una cosa da uomini e’ un bello schiaffo morale. La medaglia Fields, il premio considerato come il ‘Nobel’ di questa disciplina, per la prima volta in 80 anni e’ andato a una donna, la ricercatrice iraniana naturalizzata statunitense Maryam Mirzakhani, di 37 anni, per i suoi studi sulla geometria iperbolica. La medaglia, assieme al premio da 15mila dollari canadesi, poco piu’ di 10mila euro, viene assegnata ogni 4 anni a quattro specialisti che si sono distinti nel campo dei numeri che abbiano meno di 40 anni.
Quest’anno, oltre a Mirzakhani, che insegna a Stanford, in California, il premio della International Mathematical Union (Icm)e’ andato anche a Martin Hairer, Manjul Bhargava e Artur Avila. ”Quella iperbolica e’ una delle tre grandi geometrie che si conoscono dal 1800 – spiega il matematico Piergiorgio Odifreddi – quella euclidea e’ la piu’ conosciuta, poi ci sono quella sferica e appunto la iperbolica. La terza e’ quella che meglio si adatta a descrivere lo spazio fisico, lo stesso Einstein quando ha enunciato la sua teoria della relativita’ si e’ accorto che lo spazio-tempo e’ ‘curvo’, e segue proprio le leggi della geometria iperbolica. Le equazioni sviluppate dalla ricercatrice risolvono uno dei problemi piu’ grandi di questa geometria, cioe’ come calcolare i volumi”.
Il premio a una donna, continua l’esperto, non deve meravigliare, perche’ ormai il luogo comune che vuole questa disciplina poco adatta alle donne e’ sfatato anche nelle universita’ italiane. L’esempio di Mirzakhani puo’ pero’ ‘rassicurare’ le giovani donne che si avvicinano alle materie scientifiche, afferma l’ex ministro per la Ricerca Maria Chiara Carrozza, che e’ stata anche rettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
”Quando ho letto la notizia sono stata molto contenta – afferma Carrozza – perche’ questo e’ un bel segnale che attrarra’ e rassicurera’ le giovani ragazze che si vogliono avvicinare alla matematica, e potra’ servire anche ai maschi che ancora pensano che non sia una cosa adatta alle donne”. Secondo l’ex ministro in Italia si dovrebbe fare di piu’ per aumentare il tasso di presenza femminile nelle facolta’ scientifiche. ”Nel mondo, soprattutto negli Usa, ci sono programmi appositi, uno dei quali varato dallo stesso presidente Barack Obama – sottolinea – non si tratta di trovare delle scorciatoie per le ragazze, ma di incoraggiarle a scegliere queste materie”.
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