Al Ministro degli Affari Esteri on. Angelino Alfano
Signor Ministro,
è ormai di dominio pubblico la notizia della messa in vendita della storica sede dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, in rue de Livourne 38, e del conseguente prossimo trasferimento dell’Istituto nel nuovo edificio acquistato dal Suo Ministero in rue Joseph II, dove saranno dislocati gli uffici del Consolato e dell’Ambasciata.
Le chiediamo di evitare questa operazione gravemente lesiva dell’immagine del nostro Paese, oltre che dell’offerta culturale destinata ai nostri connazionali e ai tanti amici della cultura italiana, di ogni nazionalità.
Siamo certi che il moderno edificio della rue Joseph II potrà accogliere degnamente gli uffici tanto della Cancelleria diplomatica quanto di quella consolare: da questo punto di vista l’operazione si rivelerà vantaggiosa sia per l’utenza che per gli addetti. Il trasferimento invece della sede dell’Istituto di cultura costituirebbe una perdita irreparabile per la nostra identità e per i nostri valori.
La sede attuale di rue de Livourne è una splendida maison de maître – nel cuore di Bruxelles, nella zona più dinamica e “viva” della città – costruita negli ultimi decenni dell’Ottocento e divenuta nel 1932, grazie all’iniziativa di alcune fra le maggiori imprese dell’epoca (Olivetti, Fiat, Pirelli), la «Casa d’Italia». Gli interni furono decorati da artisti italiani e ospitano oggi, oltre agli uffici e alle aule per i corsi, una magnifica biblioteca (circa 18.000 volumi), un’ampia sala adibita alle conferenze e alle mostre, un teatro per 350 persone destinato ai grandi eventi (ricordiamo, tra i tanti ospiti illustri, Francesco Rosi, Alberto Moravia, Dino Risi, Italo Calvino…) o all’appuntamento settimanale con la proiezione di film italiani.
Per gli Italiani di Bruxelles la sede dell’Istituto è sempre stata un giustificato motivo di orgoglio, simbolo dell’eleganza, del buon gusto e nel contempo della sobrietà che sono propri della nostra tradizione.
Apprendiamo dunque con sgomento che mentre altri Paesi europei – la Germania, la Spagna – investono somme importanti per dotare di sedi centrali e prestigiose i propri Istituti di cultura, l’Italia vuole metter in vendita il proprio gioiello e predisporre il trasferimento in un anonimo fabbricato di due piani, di modesta fattura, situato nel cortile dell’edificio della rue Joseph II ora acquistato dal Ministero. Una sede del tutto inadeguata, priva di visibilità, senza biblioteca (i libri finirebbero confinati nei sotterranei), senza una vera sala per dibattiti e conferenze, senza teatro e senza cinema. Una sede inoltre ubicata in un quartiere di uffici che dopo le 7 di sera si trasforma in uno squallido deserto.
Le chiediamo, Signor Ministro, di evitare questo scempio. Il trasferimento degli uffici del Consolato e dell’Ambasciata in rue Joseph II potrebbe infatti rivelarsi un’opportunità straordinaria per ampliare gli spazi attualmente destinati alle attività dell’Istituto e aumentare l’offerta culturale. I necessari lavori per riattare i locali potrebbero essere scaglionati negli anni.
La numerosissima comunità di Bruxelles e del Belgio e i tantissimi amici della cultura italiana non potranno che esserLe infinitamente grati per aver salvaguardato un luogo simbolo della storia, della memoria e della cultura degli Italiani in Belgio.
Primi firmatari:
· Viviana Bolognesi, già interprete, Capo unità Commiss. Europea; Resp. Gruppo italiano « Association Femmes d’Europe » – Bruxelles
· Mariella Braccialini, Presidente dell’Associazione culturale « Sintesi Europa » – Bruxelles
· Paolo Gaio, Responsabile gruppo teatrale italiano « Le Teste Matte » – Bruxelles
· Claudio Gigante, Professore di Letteratura italiana – Università di Bruxelles (ULB)
· Pierre Jodogne, Académie royale de Belgique
· Anne Morelli, Storica – Università di Bruxelles (ULB)
· Franco Musarra, Professore emerito – Università di Lovanio (KU Leuven)
· Vittoria Papa Malatesta, Storica dell’arte – Bruxelles
· Sergio Scocci, Ass. Lucchesi nel mondo – Bruxelles
· Bart Van Den Bossche, Professore di Letteratura italiana – Università di Lovanio (KU Leuven)
· Berenice Franca Vilardo, Associazione Calabresi in Europa – Bruxelles
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