Nella mattina di venerdì 4 ottobre si è svolto a Palermo un corteo studentesco, promosso dal coordinamento studenti palermitani, con l’adesione di diverse associazioni – tra cui Nun si parti e Questa è la mia terra – per il diritto a manifestare e il diritto a restare in Sicilia.
Fiamma Bellia, del coordinamento studentesco, ha dichiarato: “Il contrasto all’emigrazione forzata è decisamente un tema su cui i governi nazionale e regionale si stanno impegnando poco”.
“Non possiamo accettare di essere costretti ad andare via per garantirci un futuro: bisogna invertire la rotta e costruire le condizioni, a partire dalle scuole, dalle università e dai luoghi di lavoro, affinché la scelta di restare diventi un’opzione concreta per noi giovani”.
“L’unica sicurezza che rivendichiamo è quella di poter costruire un futuro nella nostra terra – continua Fiamma -. Quello a esprimere il dissenso è un diritto fondamentale che non può essere messo in discussione. Il nuovo ddl 1160 ci sembra un chiaro sintomo di un esecutivo che preferisce zittire e soffocare il dissenso, anziché ascoltare i bisogni e le rivendicazioni espresse da chi protesta”.
In piazza, al fianco degli studenti, anche la Cgil Sicilia. “Sosteniamo i giovani e le giovani che oggi si mobilitano per la rivendicazione dei propri diritti – afferma Gabriella Messina della segreteria regionale -. Loro sono il futuro della Sicilia. Ma garantire il diritto a scegliere di restare, significa garantire il diritto allo studio e a un lavoro di qualità, il diritto a una giusta retribuzione, garantire politiche abitative, infrastrutturali e a trasporti pubblici efficienti. È possibile immaginare qui un futuro solo se ascoltiamo la voce dei giovani; ma ci sembra che la Regione Siciliana si stia muovendo in direzione diversa, avendo pure già approvato il piano triennale sulle politiche giovanili senza coinvolgerli”.