Proprio no, non è semplice per le donne italiane che sgambettano tutto il giorno su e giù per lo stivale, lavorando e studiando per portare a casa il risultato, sfogliare giornali, rotocalchi, e poi vedere alla tele i larghi sorrisi di Nicole Minetti tutta giuliva come se la condizione che vive sia la cosa più normale del mondo. Elegante, con l’occhietto un po’ furbetto di chi la sa lunga. Il coro è unanime nel definire quel bel visino un po’ bronzeo come quei mezzi busti che stazionano nelle entrate di certi ospedali, ma per la consigliera regionale deve dipendere dalla tintarella. Le sue dichiarazioni poi, sembrano colarle via giù dalle labbra come qualcosa in sovrabbondanza, come un po’ di botox di troppo che scivola via da bravo idrocarburo.
E’ come se la signorina Minetti ci volesse dare delle spiegazioni, cosa di cui non sentiamo alcun bisogno, poiché essendo ormai nel 2012, avendo la possibilità di ascoltare le intercettazioni che l’hanno vista, o meglio udita protagonista, sappiamo ciò che c’è da sapere da tempo.
Ella sembra disponibile a parlare del prezzo medio del caffè in Italia, del ritorno del fuxia come colore must, della crisi demografica, ma non di processi, tribunali e del fatto che occupa un posto perché è stata intronizzata neanche fosse la principessa Carolina di Monaco e il suo stipendio lo paghiamo noi. Una donna per tutte le occasioni, vamp spregiudicata in costume da bagno, tintarella da lampada al neon e sandali che così brutti mai li avevo visti in tutta la mia vita. Oppure quasi virginale, in gonna e giacca in perfetto inglese con sorrisetto da monella. Quando poi davanti al giornalista anglosassone che la incalzava, alla domanda se fosse mai andata a letto con determinati uomini potenti, strizza gli occhietti, evita la risposta ma la conferma come se fosse un gol capolavoro alla Del Piero. Non mi sarei stupita di vedere la linguaccia come ai bei tempi del capitano della Juventus.
Eppure a volte desideriamo pensare che la vera Minetti, senz’altro la più economica, sia quella di “Quelli che il calcio” dell’imitatrice Virginia Raffaele, quella che saluta Ca-beautiful, cara amica chips. Interessante la carriera veloce come la crescita dei funghi, che da igienista dentale l’ha catapultata al Pirellone e vi assicuro che non c’è alcun riferimento sarcastico all’industria della gomma e del botox. La militanza della signorina Nicole Minetti da Rimini ci sfugge, forse si è svolta tra l’Acqua fan di Riccione, Viale Ceccherini e il circuito delle discoteche, ma il mistero permane.
Da giorni poi rimbomba il concetto espresso che dopotutto non serve essere così preparati per occuparsi di politica e qui scatta il bimbominkia pensiero a go go! Dal comune del paese più scalcinato d’Italia, alla presidenza del Consiglio dei Ministri, se si deve rifare un piano regolatore, occuparsi delle fogne intasate, risolvere il problema della striscia di Gaza, mediare in Medio Oriente o deliberare per le nuove aiuole a Sgurgola in provincia di Frosinone, forse e dico forse una certa preparazione bisogna farsela, ma questo all’Olgettina, tra una modella e una tipa che aspira a fare la letterina o la coloradina, non è stato mai oggetto di conversazione. E comunque non se ne può più delle dimissioni della signorina Nicole Minetti che non arrivano mai, e del fatto che ella cada dalle nuvole domandandosi per quale motivo dovrebbe mai dimettersi!
Forse la signorina avrebbe dovuto dimettersi più di un anno fa per buona creanza, perché è emerso senza dubbio alcuno che è stata inchiodata, imposta e ribadisco intronizzata su una poltrona che è stata tolta a chi non ha avuto modo di candidarsi e di lavorare in regione, che abbiamo fior di intercettazioni che lo dimostrano, che non esistono solo leggi scritte, ma anche una morale e viva Dio, un senso dell’etica. Inoltre, prove alla mano, processo o non processo e permettetemi di dirlo, gli italiani hanno ormai oltrepassato il limite della pazienza da un po’, la signorina è indagata per favoreggiamento della prostituzione, e se non si dimette dovremo pagarle anche un vitalizio a cui dovrebbe rinunciare, sempre secondo l’etica che forse all’Hollywood non insegnano. Chiunque può fare politica, ma anche l’onorevole Angelina alla fine mollò il colpo. E’ necessario essere credibili, dignitosi, certamente anche spiritosi, ma solo se si lavora duramente e onestamente. Una donna che fa politica può anche sfilare, ma solo se ha prima dimostrato di essere competente, stakanovista, capace di sacrificarsi per far quadrare il bilancio di un comune o di una regione.
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